L’amore per gli eighties, più volte dimostrato dalla band torinese, We Are Waves, nei precedenti lavori con formazione completa a quattro elementi, viene qui filtrato attraverso la fredda elettronica anni Novanta. Ridotti ai soli Cisa all’elettronica, synth e drum-machine e Viax alla voce e a un basso che non è un basso, stipato e distorto in un amplificatore da chitarra, ma che di questo strumento non ha quasi più nulla, i We Are Waves ri-presentano lo scorso lavoro “Promises” attuandolo alla dimensione da club e trasformandolo in “Promixes”: non semplici remix, ma una differente forma di pensiero.
I brani dell’EP sono sempre gli stessi, ma riproposti qui con una nuova veste, più attuale e a scaletta rovesciata. Si inizia quindi con l’incubo new wave di “What Happened Today Is Useless” (molto cupo e contemporaneamente molto Depeche Mode), si prosegue in accelerazione con “Midnght Ride”, si sfocia nell’epicità (fra la techno music e gli Editors) di “Children Lake” e si finisce con la violenza autoinflitta di “Be Your Own Island”. Mr. Reznor sorride, ma il lavoro è dedicato agli Smiths di “How Soon is Now?” qui omaggiati al meglio.
Un esperimento totalmente riuscito che speriamo non rimanga un evento isolato.
Andrea Manenti
Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.