Innazitutto serve una premessa, che dovrebbe essere scontata dato il titolo, ma è sempre meglio essere precisi. “The Card Counter”, primo album solista di Robert Levon Been dei Black Rebel Motorcycle Club, è una colonna sonora. Quindi, come giusto che sia, ha come obiettivo primario quello di accompagnare le immagini di un film e solo in secondo luogo quello di far godere di musica un semplice ascoltatore. Il film parla di poker, è prodotto da Martin Scorsese, diretto da Paul Schrader (lo sceneggiatore di “Toro scatenato”) e interpretato da gente come Oscar Isaac (quello di “A proposito di Davis”) e Willem Dafoe (che mi rifiuto di spiegarvi chi sia): se i nomi citati vi attirano, è al cinema in questi giorni.

I tredici brani in scaletta accompagnano appunto questo lungometraggio e, come tradizione filmica vuole, sono per lo più strumentali (sette su tredici) fra rumorismo, elettronica e drone music: Levon Been gioca quindi a un gioco cui ha già dimostrato in passato di saper giocare (ascoltatevi “The Effects of 333” della sua band madre). Il vero punto di interesse per noi vecchi rocker sono però le sei canzoni contenute in questo album, all’interno delle quali Levon Been si conferma ancora una volta autore di razza.

L’iniziale Rapture ci presenta una melodia pop (quasi alla Kelly Jones) su base prettamente dark; Arise Sun e Adore mescolano magnificamente blues ed elettronica fra U2 anni Novanta e Nick Cave; Smoke Ring vive dello spettro dei Velvet UndergroundErutpar è il brano più ostico e sperimentale. La conclusiva Mercy Of Man, che vede il featuring di S.G. Goodman e che in verità è la prima canzone scritta dall’artista dopo la visione del film (pur facendo da colonna sonora alla scena finale), è emotivamente forte e forse quella più simile a certe blues-country ballad non sconosciute ai Black Rebel. In definitiva un ottimo lavoro. Soprattutto per i fan, ma non solo.

Andrea Manenti