“Tacet”, EP d’esordio della band lombarda I Pesci Solubili, è un lavoro forse un po’ acerbo, ma sicuramente vero e puro, pieno di azzeccati rimandi all’alternative americano anni Ottanta come al miglior indie italiota. “Spade di grafite” con la sua ritmica dura, l’arpeggio soave ed il continuo gioco fra tensione e sfogo è il giusto apripista per queste cinque sentite tracce. “Rosa” è pop sghembo fra Pixies e Violent Femmes con un ritornello che si avvicina alla new wave fiorentina di una trentina d’anni fa (Diaframma e Litfiba fortunatamente non vengono quasi mai dimenticati dalle nuove leve), mentre “Sigarette Sarajevo” ha nel cuore la Murray Street di sonica memoria ma anche un po’ di Ferrara elettrica. È questo il momento del singolo “Tony’s Song” e della sua forza grezza e bruta. La canzone è hardcore punk urlato e pieno di emotività: una bomba! Si finisce con “Silenzio” e la sua tensione che non esplode, lasciando così l’ascoltatore con un grosso groppo in gola.
Da tenere sott’occhio.
Andrea Manenti

Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.