Brescia, 24 febbraio 2019
Omar Perdini l’aveva promesso e l’ha mantenuto. Per i venticinque anni del capolavoro dei Timoria “Viaggio senza vento”, quello stesso album verrà riportato in giro per la penisola. Il tour è iniziato il 22 febbraio per proseguire con una doppia data sold-out alla Latteria Molloy di Brescia, città natale della band.
Omar ama la sua città, e questo amore è fortemente ricambiato dai bresciani. Basti notare la lunga coda che si è formata già un’ora prima dell’inizio fuori dal locale e l’attesa farcita di cori da stadio inneggianti il nome del rocker. Alle 22.30 precise il nostro sale sul palco, accompagnato da una formazione che vede due suoi fedeli accompagnatori al basso e alla chitarra/tastiera, ma anche due nuove leve alla batteria e alla seconda chitarra (quest’ultima di soli 22 anni). La band è calda, potente, precisa e si diverte a suonare: è una bellezza guardarla e ascoltarla.
Il concerto è come anticipato un omaggio a “Viaggio senza vento”, del quale durante la serata, con l’esclusione del solo divertissement Campo dei fiori jazz band, si godrà l’intera scaletta. L’inizio è dirompente: l’inno Senza vento, l’introduzione al viaggio di Joe nel brano omonimo, l’epica ed emozionantissima Sangue impazzito, urlata (più che cantata) a memoria da tutti i presenti, il funk rock’n’roll tossico di Lasciami in down, che fa ballare chiunque. Nella successiva Il guardiano di cani, così come più avanti in Freedom e Piove, ad accompagnare la band c’è un vecchio amico di Pedrini, Davide dei Precious Time, nel ruolo che fu ai tempi di Francesco Renga.
Toccante la dedica al vecchio compagno di liceo Carlo Alberto “Illorca” Pellegrini, ex bassista dei Timoria, prima dell’esecuzione della sua La cura giusta. Surreale e carichissimo l’inno del Brescia Calcio (fra il pubblico anche la vecchia bandiera Maurizio Neri) ad aprire Lombardia, come sempre impareggiabile Verso Oriente. La setlist prosegue senza intoppi toccando momenti altissimi con la recita di una poesia di Majakovskij sul finale de La città di Eva e soprattutto nella gioia redentrice della conclusiva Il guerriero, con un Omar che si fonde completamente in Joe (e un po’ anche in Pete Townshend).
Cinque minuti di pausa e poi si conclude il tutto con un’ultima doppietta: Angel, l’inedito ritrovato per la ristampa dell’album, in origine una dedica a Kurt Cobain e oggi ripresa in memoria del bassista bresciano Paul Mellory, e l’immancabile Sole spento. Dopo quasi due ore, Omar e compagni salutano in pieno trionfo. Cinquant’anni, più di un infarto alle spalle, tre concerti potentissimi in tre giorni, ma il guerriero è sempre vivo, vegeto e felice di combattere insieme a noi.
Andrea Manenti
Scaletta: Senza vento / Joe / Sangue impazzito / Lasciami in down / Il guardiano di cani / La cura giusta / La fuga / Lombardia / Verso Oriente / Freedom / Il mercante dei sogni / La città del sole / La città della guerra / Piove / Il sogno / Come serpenti in amore / La città di Eva / Frankenstein / Freiheit / Il guerriero // Angel / Sole spento
La foto di copertina è di Marco Donazzan
Mi racconto in una frase: insegno, imparo, ascolto, suono
I miei 3 locali preferiti per ascoltare musica: feste estive (per chiunque), Latteria Molloy (per le realtà medio-piccole), Fabrique (per le realtà medio-grosse)
Il primo disco che ho comprato: Genesis “…Calling All Stations…” (in verità me l’ero fatto regalare innamorato della canzone “Congo”, avevo dieci anni)
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Clash “London Calling” (se non erro i Clash arrivarono ad inizio superiori…)
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: adoro Batman