
Non mi pare davvero si tratti quindi di musica tradizionale riscoperta da qualche antropologo, né un salto nel buio da una tradizione secolare dentro il magma della modernità. Qui siamo in presenza di un disco fatto con talento e voglia di raccontare un mondo che è lontano dal nostro, ma che comunque si sta urbanizzando e crescendo, il tutto attraverso 10 tracce di ottimo blues pischdelico moderno. Neanche troppo sorprendente se ci pensate bene, considerato che proprio da questa parte dell’Africa viene la tradizione che in America contribuirà alla nascita del blues stesso, ed è proprio in America che queste canzoni sono state in effetti registrate. Vi consiglio anche il disco precedente e una visita alla pagina Facebook della nostra (https://www.facebook.com/
Alessandro Scotti

Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.