“Moquette” è il primo EP di Laila Al Habash, giovanissima artista classe ‘98, pubblicato con Undamento. In precedenza erano usciti già alcuni pezzi per Bomba Dischi che personalmente non mi avevano colpita così tanto: quando invece ho sentito il suo nuovo lavoro, mi sono resa conto dell’evoluzione nel modo di scrivere e nell’impostazione delle canzoni che c’è stata nel giro di circa un anno.
Laila infatti è riuscita a sfornare un EP il cui contenuto ondeggia tra quelle sonorità che per comodità possiamo definire “indie” e un mondo invece più trap. Un mix che non risulta però eccessivo o poco naturale, ma che si adatta perfettamente al suo modo di cantare e di esprimersi. Questa unione si conferma anche nei nomi che troviamo alla produzione, Stabber e Niccolò Contessa, due mondi a volte paralleli ma che in questo caso sono riusciti a coincidere perfettamente creando pezzi freschi ed interessanti.
La canzone che mi ha catturata sin dal primo ascolto è stata Brodo, ma non ci sono in realtà brani meno forti rispetto ad altri, perché tutti raccontano una parte di Laila che sta cominciando a farsi conoscere davvero da chi la ascolta, nelle sue paranoie, nelle sue preoccupazioni, ma anche nella sua spontaneità e nel suo modo di vedere il mondo; sono proprio questi gli elementi che mi hanno sorpresa di più mentre ascoltavo il suo nuovo lavoro.
Certamente non sono canzoni che possono piacere a tutti, soprattutto se non è un genere che si ascolta frequentemente, e c’è un margine di miglioramento e di crescita, anche se la strada che Laila ha scelto di intraprendere sembra proprio quella giusta per lei. Essendo quasi una sua coetanea, sono rimasta molto colpita da ciò che è riuscita a creare; sono sicura che andando avanti, ci riserverà ancora qualche bella novità.
Lucrezia Lauteri
Photo Credit: Tommaso Biagetti

Mi descrivo in una frase: Instancabile lettrice, appassionata di anni ‘80.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica: Monk (Roma), Largo Venue (Roma), Le Mura (Roma).
Il primo disco che ho comprato: Un “Best Of” degli Iron Maiden
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Cure – The Head on the Door
Una cosa di me che penso sia inutile ma ve la racconto lo stesso: Ho un’ossessione per le biografie ed i dettagli inutili delle vite degli artisti.