Lo senti il ritmo? Li senti i bassi che battono costanti e spingono il sangue nelle arterie? La parlantina è veloce e il timbro suadente. Le parole sfilano fluenti e ammiccanti. I testi parecchio brillanti. Onestamente non me l’aspettavo, invece “Camouflage”, l’album di Ditonellapiaga, è una bella sorpresa! Anzi, vorrei ballarlo in una disco mentre sono già marinato con tre drink.

Non mi soffermo sullo pseudonimo dell’artista, perché so che un giorno scriverò un saggio sui nomi d’arte dell’ultimo decennio, da Calcutta a Pinguini tattici nucleari, da Coma_Cose e Tutti Fenomeni, passando per Eugenio in via di Gioia e il mai troppo adorato Auroro Borealo. Cosa troverete in questo disco? Mettiamola così: prendete un po’ di elettro pop anni duemila, diciamo gli MGMT con qualcosa dei Kasabian, due cucchiaini di Benny Benassi, una glassa al sapor di M¥SS KETA, il tutto mischiato con una squintalata di sano, luminoso, ludibrioso, liberante, devastante piano bar italiano, italico e mediterraneo.

Il pezzo cantato con Rettore, Chimica, l’avete sentito tutti a Sanremo, ma provate ad ascoltare Vogue: sembra la colonna sonora dei poliziotteschi anni ’70 italiani inzuppati nelle playlist notturne di Radio Monte Carlo. Cazzarola, Tomas Milian e Hotel Costes! Vi può piacere o meno lo stile, io me ne sto innamorando ascolto dopo ascolto, ma va detto che i mix realizzati da questa ragazza sono fottutamente
geniali! E raramente mi sbilancio. Un momento prima sembra che stai ascoltando la sorella artistica di Cosmo, e invece poi diventa le TLC e Lorna nobilitate da una passarella di Versace.

Ok, ok, lo so che non sto parlando di musica e di melodie, ma solo riferimenti di cultura pop, credo però sia l’unico modo per descrivere questo morbidissimo elettro indie pop incalzante. Prozac è una traccia che, avendo più spazio e un po’ di passaggi in radio, riempirebbe i locali di Milano. Ragazzi questa è musica polivalente, si presta a mille situazioni: buona per quando guidi, per quando ti fai il bidè, per quando passi l’aspirapolvere in soggiorno, per quando trombi, per quando stai tornando a casa con troppi drink sul fegato, per quando stai andando a mare con gli amici.

Ditonellapiaga, esattamente, dove cazzo sei stata fino ad oggi, mentre cercavamo qualcuno che potesse riempire il vuoto degli anni ’80? Mentre cercavamo un nuovo edonismo, una nuova leggerezza musicale che non fosse per forza idiota o degradante? Qua si parla di bassi, beat e tanta classe. E andiamo, cazzo! Ho trovato il mio nuovo album preferito di questi mesi. Forza Ditonellapiaga, molla tutta quella tv, quelle interviste, quei salotti rai, e torna ricamare bassi e testi veloci che ti massaggiano la testa mentre la strada scorre, le luci brillano col ritmo giusto e l’alcol riscalda corpo e pensieri. Dai Ditonellapiaga, facci volare un po’.

Marco Improta

 

Photo Credit: Chiara Mirelli