Joan Thiele era sempre stata un grande enigma; perché tre o quattro anni fa compariva spesso nelle mie playlist e sicuramente era tra i miei ascolti più gettonati durante il mio primissimo mese di lavoro in un ufficio che poi avrei lasciato il mese successivo. Mi si poteva definire una fan distratta, che conosceva tutto ma s’interessava poco. Di Joan Thiele sapevo solo che era un ascolto rilassante, che quando arriva il suo turno in una playlist mischione di Spotify la riconoscevo subito, e che era bellissima.
Andò così fino al 2016, quando all’inaugurazione del Market Sound vidi una ragazza con la chitarra suonare a debita distanza. Non riconobbi la “mia” Joan Thiele finché non arrivò il solito amico sapientone a dirmi “Ah sì, lei è Joan Thiele, spacca”. Non ho idea del perché non la riconobbi subito, la cosa mi colpì, ma passai poi ad altri ascolti casuali finché non sono arrivati i tempi più recenti di questo nuovo disco “Operazione Oro”.
Qui dentro convivono incredibilmente influenze urban, andamenti baustelliani e devozioni per Lana Del Rey. Un disco che si porta dentro la nebbia di Milano e il calore disteso e la confusione del Sudamerica. Questo disco è una sorta di album di famiglia, di quelli che si ficcano sotto la libreria e riemergono polverosi dopo qualche anno esplodendo di emozioni e ricordi che pensavamo aver perduto. Scontata la prossima considerazione, che comunque non tarderò a fare: l’italiano, e nessun altra lingua, è quella che meglio può metterci a nudo e che, finalmente, ci presenta la vera Joan Thiele.
Ottimo, un nuovo e caldo esordio, quello definitivo per una ragazza che ora si fa inquadrare, che si fa osservare e si fa capire. Una figura misteriosa e iper femminile, a tratti sessuale e allo stesso tempo elegante e non sfacciata, mancava di certo nel panorama della musica italiana. In un mondo di innocenza sanremese o di aggressività teatrale à la Rappresentante Di Lista, ci siamo forse dimenticati il fascino vintage e più timido di una diva, questo termine che riemerge dagli anni Sessanta per dare una nuova definizione a Joan Thiele.
Morgana Grancia
