Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con i Legno, la misteriosa band toscana che nel 2019 ha dato una bella scossa al marasma it-pop, facendosi portavoce della spaccatura tra il pop della scena romana, quello filo-Mi Ami e quello di provicincia, lontano da tutto, underground e misterioso, eppure sempre ovunque e in tutte le playlist Spotify. Ci hanno parlato del loro nuovo singolo dal titolo In (Gin) di vita, del relativo video, di maschere e futuro. Buona lettura!

 

 

Come mai la scelta di accostare la figura del Joker al brano?

Diciamo che il film ha colpito molto entrambi, il pezzo parla di un amore immaginario che non è mai esistito, è più una sofferenza interiore, la ricerca di una storia che non c’è mai stata, immaginaria. “Non mi fa ridere ma piangere”, è la citazione al film. Molto spesso le persone si immaginano qualcosa di bello per alleviare i propri traumi. Il Joker di Joaquin Phoenix riprendeva in parte questo tipo di malessere che volevamo raccontare. La cit. è venuta da sé…

Che poi, in definitiva di cosa parla In (Gin) di vita? Alcolismo emotivo?

Quando l’amore viaggia a senso unico, in un unico binario, e quando l’altra parte non è mai salita sul treno, la destinazione ti fa sentire solo e perso in tutto quello che non c’è mai stato. In (Gin) di vita ci racconta una storia d’amore malata e sofferta, un sentirsi soli diverso da una storia finita. Una storia immaginaria che non ha mai avuto sviluppo, il credere di avere qualcuno al proprio fianco quando quel qualcuno non c’è mai stato.

Come mai la scelta di non fermarsi dopo un album e continuare a pubblicare singoli? Ce ne saranno altri dopo questo?

Abbiamo fatto il solito percorso dell’anno scorso, quello di far uscire più singoli prima dell’album. Abbiamo visto che è un buon metodo per dare più visibilità ai nostri brani e al nostro progetto in generale. Adesso ancora altri due singoli e poi l’uscita del secondo album, che includerà quest’ultimi singoli insieme a brani nuovi.

Siete ancora in contatto con Divanoletto (Nicolò De Devitiis, già volto de Le Iene, con cui i Legno hanno pubblicato il singolo All You Can Eat)? Non è scontata l’idea di fare un feat. con una personalità che non ha a che fare strettamente con la musica… Come mai? Qualche storia divertente legata a quel brano? È vero che avete fatto una cena al sushi per festeggiarne l’uscita?

Nico è un amico e ci sentiamo costantemente, la nostra collaborazione è nata per gioco, gli abbiamo proposto di fare un feat. insieme, lui ha accettato e ci siamo divertiti molto. Ci siamo sentiti in chat su Instagram dopo l’uscita di Febbraio, che a lui colpì molto, difatti la inserì nella sua playlist di Spotify “Divanoletto Groove”. Lui è appassionato di musica, suona la batteria e anche nel canto se la cava piuttosto bene. Dopo che siamo saliti a Milano per alcuni appuntamenti che avevamo fissato, ci siamo sentiti con lui per un saluto, non c’eravamo mai visti prima, così ci siamo conosciuti meglio e abbiamo passato una giornata insieme. Ci ha portato a Radio Deejay per lasciare il nostro album a Max Brigante e altre cose. Ci siamo piaciuti e oltre la stima reciproca per i nostri lavori è nata una bellissima amicizia. All You Can Eat è stata una bella avventura. Abbiamo fatto il lancio del singolo ad un “All You Can Eat” a Milano con i nostri fan e alcuni addetti ai lavori. È stata una figata. Ringraziamo ancora Divanoletto per questa bellissima collaborazione e per aver creduto in noi fin dall’inizio.

Come invecchieranno i brani dei Legno? Che ne sarà di “Titolo Album” tra 20 anni?

Avrà sicuramente un ricordo piacevole per tutti coloro che ci hanno seguito e si sono divertiti a cantare con noi in tour o nella propria cameretta prima di un esame o durante un periodo no. Si cresce con la musica che ci rappresenta, e sicuramente dopo un po’ di tempo rimane il ricordo che quest’ultima ci ha lasciato.

Vi toglierete mai la maschera?

Ad oggi non ne sentiamo l’esigenza. Chissà un domani…

E adesso, cosa c’è nel futuro dei Legno?

L’uscita di un nuovo album e un tour grandioso. Non vediamo l’ora..