Qualcuno ha detto Calcutta?

No? Ah, certo che no, perché è Gionata, non Calcutta, anche se…

Anche se il sapore un po’ malinconico di infanzia infranta e di presente perduto è il medesimo.

E non è una critica eh.

Insomma non usciamo dal malessere dei trentenni che ancora non sono riusciti a concludere un cazzo nella loro vita. E lo mettono in musica.

E il problema è che poi noi trentenni dall’altra parte li ascoltiamo, ci immedesimiamo, ce li facciamo piacere, perché ci fanno pensare che forse non siamo gli unici ad avere un cetriolo di disagio lì dove non batte il sole.

Però.

Però se continuiamo ad ascoltare canzoni tristi, quand’è che ci svegliamo dal nostro torpore per provare ad essere un po’ felici?

Insomma, vorrei fare una petizione, una raccolta firme per chiedere ai cantanti “indie”, di cui Gionata è perfetto e coerente esponente, di provare, almeno provare, a cantare canzoni allegre. Dove allegre non vuol dire idiote e superficiali, ma proprio allegre. Allegre tipo un pranzo con gli amici. Allegre.

E invece Gionata sta lì, tra Calcutta e Brunori Sas, a piangersi addosso e a farci piangere su tempi finiti, ormai andati, e che tanto non torneranno più.

Non mi credete? Andate a vedere la cover dell’album e degli altri suoi singoli: sono tutte foto scattate tanti anni fa. Chissà se quelle persone nelle foto sono i parenti di Gionata, qualche zio, qualche amico. Che ne so. Sono comunque foto di tempi andati. Dai, venitemi a dire che non è uno stile che sta prendendo sempre più piede nell’indie.

Oh, lo ripeto, la mia non è una critica, ma una richiesta di aiuto: per favore, per cortesia, smettiamola di piangerci addosso per quello che abbiamo perduto e per quello che ancora non siamo riusciti a fare. Ve lo chiedo io che sono il campione nazionale di pianti sul latte versato.

Come dite? Non ho ancora scritto nulla sui testi… sulle melodie… insomma non ho ancora scritto nulla sulle canzoni dell’album di Gionata?

Ma cosa volete che scriva? Sta lì a gridare e a lamentarsi. Pure carine le canzoni eh, però cosa volete che dica di più. Gli auguro il meglio a Gionata. Magari un giorno fa un pezzo orecchiabilissimo e sfonda il mercato. Potrebbe succedere. Credo ne abbia le potenzialità.

Ma a me non va più di sentire gente, pur brava, che si lamenta mentre canta.

Di Calcutta me ne basta uno. Lo adoro Calcutta. Ma mi basta lui.

P.s. La volete una chicca? Una cosa carina che c’è nel disco di Gionata? Una traccia che si chiama 8-bit. Molto dolce. Molto sunny. Perlomeno lì non si lamenta nessuno.

Marco Improta