Atmosfera retrò unita al moderno, richiami al passato ma con lo sguardo sul futuro, un continuo contrasto tra il vintage e il presente: ecco ciò che si può trovare in “Minuetto”, l’album debutto di Nicolò Santarelli, classe 1994, in arte Nostromo. Colpisce molto il sound elettronico che accompagna testi in apparenza solo di malinconico (e un po’ sdolcinato) amore, ma che in realtà fanno emergere anche molte sfaccettature del carattere dell’autore e le sue riflessioni personali (come ad esempio nell’omonima canzone, che va a chiudere l’album).

Una pecca del disco è però la ripetitività di alcune tracce, che, nonostante la particolarità, rischiano di non emergere tra le altre; la carica iniziale (data da Seni di limone, Carillon e Giradischi) va quindi a perdersi, soprattutto nella seconda parte. A distaccarsi di molto rispetto alle altre, anche per via dell’autotune, è il brano Vegan, che arriva inaspettato spezzando il viaggio nel passato e riportando lo spettatore alla realtà presente. Non ancora un album perfetto nella sua interezza, ma certamente interessante e in grado di rimanere impresso grazie alle sue sonorità.

Lucrezia Lauteri