I Giardini di Mirò hanno estratto un nuovo singolo dal loro ultimo bellissimo album, “Different Times”, uscito lo scorso autunno per 42 Records. Il video di Don’t Lie, che vede l’eccezionale partecipazione di Adele Nigro (Any Other), è stato pubblicato oggi, 15 febbraio 2019. Si tratta del racconto delicato e malinconico della promessa, fatta da due adolescenti, di non mentirsi. Ambientato nella periferia di New York, abbraccia idealmente tutte le periferie del mondo, dalla Cina di Ningbo ritratta da Simone Mizzotti nella copertina dell’album, alle foto del Lido di Spina di Luigi Ghirri. Una periferia globale, insieme triste e romantica, estensione urbana e umana: concetto che poi è al centro dell’album dei Giardini di Mirò.
Il tempo rallenta e le persone avanzano in slow motion, fra case popolari, campi di squash, giostrine abbandonate, palme posticce e muri che mostrano piccoli squarci come le tele di Fontana. Un ambiente quotidiano ed alieno allo stesso tempo. Ma davanti c’è la spiaggia, ci sono l’oceano e l’orizzonte a fare da scenario di sentimenti impalpabili e indicibili, al confine fra l’oggi e la vita a venire. Gli sguardi dei due ragazzi si incrociano, si avvicinano e si allontanano, coincidono e divergono, in uno sfasamento costante fra l’angoscia di un presente dominato da muri, separazioni, solitudini e la speranza verso un futuro come tempo dei sogni che si realizzano. È l’adolescenza di un’umanità schiacciata da un periodo storico di transizione. Girato dal regista e direttore della fotografia Daniele Sarti, il video richiama un immaginario alla Sonic Youth.

Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.