Nell’ immaginario del rock and roll si potrebbe pensare che il nome Barsexuals sia una furbata: la congiunzione assemblata ad hoc per il marketing, Bar-Sexuals, unisce infatti due termini di forte impatto che rimandano al clichè ben vaselinato del sex, drugs and rock and roll. Ok, ora dimenticate l’immaginario e le apparenze: capiterà anche a voi di passare per Lucera, capitale immorale della Capitanata, e di dissetarvi al chioschetto del parco comunale con i tre “non plus enfant ma podigè” Barsexuals e spaccare Peroni fino a quando l’ultimo solco del loro LP di esordio, “Black Brown and White”, prodotto da Disco Futurissimo/Dead Music Roma, non si sia consumato. Il disco, con un lavoro di gestazione giurassico pari solo a “Chinese Democracy” dei Guns and Roses (la band esordisce oggi su Lp dopo 10 anni di attività), è una vera fucilata. Indolenti, pigri, svogliati, cani sciolti in una società sudista a volte ost(er)ile, ma altamente infiammabili nel loro habitat naturale, il palco.
Quindici tracce che si aprono con un anthem ormai super rodato nei loro live: “Dancing on your Grave”. Uno stomp elementare sulla carta, che i nostri rendono sbieco e storto grazie alle pelli martellate da Igor Mortis, one bleeding man band Number 71, alle scosse elettroconvulsive e malevole di Sabbathor alla sei corde, e all’urlo arcaico del Reverendo Red Valentine dalle piantagioni del Tavoliere. Sicuri i riferimenti alla seconda ondata del garage yankee doo doo, Oblivians e Gories su tutti, ma imprescindibile la connotazione geografica dei Barsexuals. Una Lucera dove caldo, sudore, noia, sono un combustibile che non aspetta altro che l’oltraggio di un mozzicone gettato sopra. “Black Brown and White” è il boogie del profondo Sud, come ci ricorda una loro traccia, “Down South Boogie”, che unisce Lucera e New Orleans. Non sulla carta geografica, ma nell’anima.
Hugo Bandannas

Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.