#Lostmemories parla proprio di perdute memorie in puro stile dream pop, un’ideale musicale di sintetizzatori che vanno e vengono di moda negli ultimi quindici anni.
Riecheggiano in questo disco degli AfterCrash, stilemi, reefs prestampati e ripetitive percussioni, della piena e sideralmente ovattata dimensione dell’elettronica, senza subire però evoluzioni di ogni sorta, sonorità indissolubilmente legate agli anni d’oro degli apple.
Nota di merito in questa nuova produzione di Francesco Cassino e Nicola Nesi, è la sintesi tra strumentazione classica e synth. Bellissima ed elevata la prestazione lirica al femminile presente in brani, quali Don’t change for me. Notturnalità urbane si mescolano dolcemente a sognanti scenari illuminati di note di piano e pochi scarniti accordi di chitarra, tra un battere e un levare a stecca di batteria.
Dolcissima anche l’atmosfera lirica al maschile, presente in pezzi come Leica. In questo #LostMemories ci si può di certo ritrovare nelle atmosfere di scenari, aspettative e sogni urbani di capitali europee. Londra, sede di questi missaggi, contribuisce in maniera evidente a rendere queste atmosfere ancor più legate alla vita metropolitana. Nell’ossessiva batteria elettronica di Overrated ad esempio, ci ritroviamo immersi come dentro la Tube, in un viaggio urbano, tra nebbie, luci e suoni di vetture, asfalto lucido solcato da interminabili pioggie, inebrianti odori di smog.
Timeless Room cambia ritmo, venendo al pettine, in un’armonia di bassualità, tutte le ossessioni sussurrate dei tormenti quotidiani filtrati dai silenzi singhiozzati di un vecchio pc altalenante.
Nell’ossianica ed apocalittica, Delplace – a parer mio la più bella ed intensa del concept – su leggeri battiti sintetici, si muovono dolcemente tastiere e chitarrine che guidate da citazioni durissime riguardo ai traguardi del nostro nuovo tempo ci prospettano un’elegante lunghissima caduta in un’ovattato vuoto sintetico.
Sono in tutto nove tracce, dell’indiscutibilmente organico e presciso lavoro della band.
Vittorio renzelli.
Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.