Metal e new romantic con gusto pop che evita l’effetto pacchiano finale, ecco come si presenta Paradise. I White Lung si fanno veloci, indiavolati e su di giri, a cui si aggiunge una voce femminile dai toni epici e una chitarra supersonica che alterna giri Ramones style con riff hard rock liofilizzati.

white-lung-paradise-album-coverMolte tracce ti fanno venire in mente una stanza sigillata del Cern dove degli elettroni rimbalzano sulle pareti. La foga è allora tale da non farti notare il passaggio da un pezzo e l’altro, anche perché detta tutta gli 11 brani qui presenti si assomigliano assai.

Solo con la settima corsa, Hungy, la cadenza rallenta un po’ e si fa più struggente, mentre nella penultima canzone, Vegas, il chitarrista abbassa le ottave della sua 6 corde con un effetto finale di maggiore pesantezza. Ma non facciamoci illusioni, Paradise è un disco chiaro negli intenti: musica tanto giovane per gli ottani e kalorie che brucia, quanto vecchia per il modo in cui lo fa. Ma in fondo la giovinezza come fatto fisiologico non nasce certo oggi o ieri.


6/10

Alessandro  Scotti