Non mi stancherò mai di sponsorizzare una straordinaria band come i Vanarin. Musicalmente lontanissimi dai soliti canoni italiani di infimo livello, i quattro giovani musicisti lombardi imperversano da quasi dieci anni sui migliori palchi del nostro Paese e non solo.
“Hazy Days”, il loro terzo LP uscito per Dischi Sotterranei, rappresenta una nuova tappa di un percorso in continua evoluzione. Partito nel 2018 (o forse prima, non ricordo) da una versione aggiornata di psichedelia rock, il furgone multicolore dei Vanarin si è incuneato in territori sempre più urbani, impastati di electro-funk e nu soul. Questo nuovo album è il risultato di un lavoro di ricerca ancora più estremo e maturo, sfociato in otto tracce down tempo di pregevole fattura.
Se volete qualche riferimento, pensate alle ultime cose di Yellow Days, Tame Impala e King Krule. La voce del frontman italo-inglese David Paysden si amalgama perfettamente ai suoni sempre più eleganti e ricercati costruiti assieme alla band, tra filtri caleidoscopici e riverberoni (Hey Listen, Lost).
I brani più orecchiabili (What We Said e My Circle) giocano con il pop alla maniera di Superorganism e Unknown Mortal Orchestra. Ma in generale si tratta di un ascolto meno immediato rispetto agli album precedenti. Un disco a cui occorre dedicare l’attenzione che merita, anche solo per godersi i dettagli tipici di un prodotto di artigianato di alta scuola. Che ne dite di iniziare a farlo, tipo, adesso?
Paolo

Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.