Milano, 28 giugno 2018
Dopo una serie di date in Europa, il Punk in Drublic Festival arriva finalmente in Italia al Circolo Magnolia di Segrate (Milano), affittato per l’occasione. Il Punk in Drublic Festival non è soltanto una data dei Nofx, e quindi il modo migliore per gustarselo è arrivare alle 5 del pomeriggio, assaggiare la prima birretta e tuffarsi subito nel mood punk concertistico che investirà migliaia di spettatori per l’intera giornata.

Bad Cop / Bad Cop
Puntualissime alle 17.25 fanno la loro comparsa sul palco le Bad Cop / Bad Cop, quartetto femminile dedito a un punk rock frizzante e sbarazzino che intratterrà i primi arrivati con una mezz’oretta di mossette, sorrisi, rabbia, ironia e buona musica. Brani come Broken, Victoria e Cheers vengono cantati da un piccolo ma affiatato gruppo di aficionados. La cantante-chitarrista Stacey Dee avrà il suo momento di gloria più avanti, sulle note di Lory Meyers, durante il set dei Nofx. Così come la bassista Jen Carlsson, protagonista di una spaccata finale da brividi, si ripresenterà per il musical cabaret finale nelle spoglie della compagna di Fat Mike.
La seconda band in scaletta sono i romani Giuda, marchio di garanzia rock’n’roll. Del loro set riesco però a captare poco, dato che in contemporanea Fat Mike, Eric Melvin, El Hefe e Smelly si danno in pasto a tutti coloro che hanno una copia della loro autobiografia “Una vasca per cesso e altre storie…” edita dalla Tsunami Edizioni, lettura che consiglio vivamente a chiunque sia affascinato dal roboante mondo del rock’n’roll: c’è da rimanerne affascinati e contemporaneamente sconcertati! Riguardando la mia foto con loro e le loro firme sulla prima pagina della mia copia del libro, sorrido ancora felice come un bambino il giorno di Natale.
Si fanno le 19 ed è il momento di quella che per il sottoscritto è stata la band rivelazione del festival: The Bronx. Quaranta minuti di hardcore old school, tirato, potente, ma insieme melodico e senza alcun accenno metalloso. Un po’ come se i Sick of It All avessero fatto in carriera solo pezzi sulla falsa riga di Step Down. Il leader Matt Caughthran è una furia, urla, salta, si tuffa fra la folla, poga, e ricorda con emozione l’appena defunto Steve Soto, bassista dei grandissimi Adolescents.

L7
Non c’è manco il tempo di riprendere fiato che sul palco fanno la loro comparsa le L7, una delle band più importanti del movimento riot grrrl degli anni Novanta. Anche per loro una quarantina di minuti di scaletta, durante la quale mostrano tutta la grinta e la rabbia di cui sono capaci. I nuovi brani come I Came Back to Bitch e Dispatch from Mar-a-Lago fanno la loro porca figura anche a fianco di pezzi immortali quali la doppietta conclusiva formata da Pretend We’re Dead e Shitlist. Anche la band losangelina trova il modo di omaggiare Steve Soto con una sentita cover del classico Bloodstains degli Agent Orange, band nella quale il bassista ha militato in gioventù.
È il turno dei Less Than Jake ed è proprio questo il momento in cui opto per la pausa cena. Dallo stage arrivano sonorità ska punk fin troppo velate di pop e gioisco della mia scelta. Altra band dedita ai 4/4, ma per il sottoscritto di diversa caratura sono i Mad Caddies da Santa Barbara, i quali regalano uno show ballabile e di classe. È puro divertimento quello che si assapora durante l’esecuzione di canzoni quali Monkeys o la cover dei Green Day, She.
Cambio palco veloce, la gente si ammassa e, alle 22.45 spaccate, Fat Mike e soci fanno la loro comparsa sul palco. I Nofx dal vivo sono i Nofx, o li si ama o li si odia. Sono degli eterni cazzoni che in un’ora e un quarto di scaletta eseguono una ventina di canzoni inframmezzate da battute e siparietti comici fra i quattro musicisti. Se questo ai tempi mi dava un po’ pena, oggi devo ammettere che è una manna dal cielo per respirare nella bolgia infernale venutasi a creare sotto il palco. Indimenticabile la scenetta cabaret a fine show dedicata al fatto che in fin dei conti “tutti siamo un po’ razzisti… e quindi va bene così”, in cui i membri delle varie band esibitesi in giornata danno il loro meglio in un simil musical demenziale. Per il resto, 21 mine come solo i Nofx sanno fare.
Ecco la scaletta: 60% / Seeing Double at the Triple Rock / Six Years on Dope / Murder the Government / The Brews / Idiots Are Taking Over / Louise / Radio (Rancid cover) / 72 Hookers / Perfect Government (Mark Curry cover) / I Don’t Like Me Anymore / Eat the Meek / Lory Meyers (con Stacey Dee delle Bad Cop / Bad Cop) / Franco Un-American / Stickin’ in My Eye / I’m So Sorry Tony / Bottles to the Ground // Happy Birthday You’re Not Special / Fuck the Kids / Linoleum / Reeko
Andrea Manenti
Andrea Manenti

Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.