Novarese di nascita ed irlandese d’adozione, Pit Coccato, con questo suo primo Ep dal titolo “Can’t stand that radio playing”, rende giustizia più alla seconda ideale patria. I sei brani del disco, infatti, hanno come matrice principale il folk, anche se lo sguardo si proietta più verso le pianure degli Stati Uniti che sui verdi prati d’Irlanda.
Pur nella sua brevità, il disco mette in luce una buona versatilità, passando agilmente da canzoni scarne e basate perlopiù sull’intreccio voce-chitarra, come la title track, ad influenze southern rock, ben riconoscibili in Free Thoughts, che riporta alla mente Hootie and the Blowfish. Anche le atmosfere denotano una varietà apprezzabile, con le orecchie carezzate dalla delicata The Failure and the Treasure (ospite il duo Marcilo Agro) e lo stomaco stretto dalla malinconia di Same Auld Road, fra riverberi e pochi ma azzeccati tocchi d’organetto.
C’è una notevole capacità di arrangiamento in “Can’t stand that radio playing”, l’abilità di ottenere il massimo con poco, ma nonostante questo i brani risultano a volte irrisolti. La già citata Free Thoughts evita il facile ritornello, ma farne a meno la rende un po’ zoppicante. La conclusiva Flow of My Acts sembra più un incipit che un brano completo, e in generale sembra mancare quel guizzo che ti fa restare in testa i brani a lungo. Prova d’esordio comunque piacevole e benaugurante, lo attenderemo al varco con un disco completo.
Ficky
Mi racconto in una frase:
Ingeritore di parole, suoni, immagini e stimoli in generale.
I miei 3 locali preferiti per vedere musica:
Cooperativa Portalupi (Vigevano), Circolo Gagarin (Busto Arsizio), Ohibò (Milano)
Il primo disco che ho comprato:
Vasco Rossi – Vasco Live 10/7/90, San Siro
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Blues For The Red Sun – Kyuss
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho intervistato i Wolfango, e penso sia meglio che aver parlato con Dio in persona.