Ritorna più stacanovista che mai “5 Canzoni Bomba”, la rubrica che vi segnala i migliori brani usciti negli ultimi giorni, che siate già in ferie o ancora a bollire in città (a meno che non abbiate la fortuna sfacciata di vivere al mare, certo).

 

The Aces – Zillionaire

Se fate parte di quella fetta di community per cui le Haim sono antipatiche e fastidiose e, perché no, pure poco brave a far musica, allora potrete portare sul tavolo delle argomentazioni un altro girl group americano di alt-pop per vincere le vostre discussioni in merito. Loro sono le Aces e arrivano al secondo disco “Under My Influence”, diretto successore del gradito “When My Heart Felt Volcanic” di due anni fa. Apprezzate per l’approccio musicale e i testi mai troppo banali, le ragazze dello Utah non cambiano formula, se mai la aggiornano con le esperienze che inevitabilmente si sono trovate a vivere in due anni di tour e maturazione artistica e personale. In Ziollionaire, brano che chiude il disco, le Aces dimostrano di stare ancora sul pianeta Terra e di non essersi montate la testa urlando che il vero benessere sta negli amici e non nei soldi. Lezione a qualsiasi trapper connazionale e non.

 

Davide Shorty feat. Elio – Canti Ancora?

E a proposito di rimanere coi piedi per terra, per quelli che se lo sono chiesti perché sono rimasti indietro di qualche edizione di X-Factor, sì. Davide Shorty canta ancora. Non solo: negli anni che l’hanno separato dalla partecipazione al talent si è dato alla tosta gavetta con progetti artistici a fuoco, coerenti e che arrivano, per usare la fastidiosa terminologia x-factoriana. Un disco da solista nel 2017 per Macro Beats, quindi libero dal gioco della major, altri due in qualità di capitano dei Funk Shui Project e collaborazioni interessanti come quella con Daniele Silvestri. Ora arriva Elio, il suo ex giudice, a chiedersi ironicamente se il ragazzo dalla Sicilia canta ancora. Risposta affermativa e originale, con un dissing verso chiunque si approcci superficialmente alla musica.

 

JARV IS… – Children of the Echo

Dopo ritardi, posticipazioni, anticipazioni e colpi di scena, ecco quasi a sorpresa il disco di debutto dei JARV IS, vale  a dire il nuovo progetto di Jarvis Cocker. Molto attesa da qualsiasi fan dei Pulp, questa nuova avventura stacca in modo deciso dai precedenti dischi solisti di Jarvis per arrivare a lambire certe sonorità ben note a chi ha nel cuore la tarda produzione pulpiana e prima ancora il bellissimo “This is Hardcore”. Ritmi lenti, quasi rapsodici, inclinati in modo deciso verso una certa elettronica, ma sempre in punta di piedi. A tratti sembra di ascoltare qualche lavoro postumo di Leonard Cohen, dato che anche i testi fanno la parte del leone in questo disco. In questa Children of the Echo il groove è sinuoso e l’interpretazione al massimo.

 

Father John Misty – Anthem

A proposito di Leonard Cohen, Father John Misty pubblica un EP di cover contenente un pezzo del compianto cantautore più altri 3 brani, intitolato giustamente “Anthem + 3”. Gli altri brani consistono in rivisitazioni di canzoni di Cat Stevens, Link Wray e ancora Cohen (la celebre One of Us Cannot Be Wrong). L’EP rende tributo soprattutto ad Anthem perché è l’unica canzone mai interpretata prima da Father John Misty, quindi qui la novità. Per il resto poco da aggiungere: semplicemente Father John Misty che canta Leonard Cohen.

 

Lianne La Havas – Green Papaya

La cantautrice di Londra arriva al terzo disco in 8 anni e lo fa dimostrando innata sicurezza e maturità, lontana ma diretta discendente di quella ragazzina che a 22 anni cantava di aver trovato se stessa in una chitarra di seconda mano. Muovendosi tra le sonorità che sa masticare meglio e quelle che è riuscita ad affinare col tempo (anche una cover dei Radiohead di “In Rainbows” nel lotto), La Havas decide di chiamare il disco come lei, ci piazza una copertina in bianco e nero in cui si intravedono i ricci, e un largo sorriso dà alla luce un’opera genuina, classica ma moderna. In Green Papaya su un andirivieni di chitarra jazz si innesta la solita prova vocale fuori dall’ordinario con un ritornello RnB davvero riuscito.

A cura di Andrea Fabbri