jarvis cocker jarv is...

Quando nel 2017 Jarvis Cocker mise insieme i Jarv Is… per suonare al Norður og Niður dei Sigur Rós, l’intento era quello di creare un progetto che suonasse esclusivamente dal vivo, costruendo i brani in simbiosi con il pubblico. Qualcosa è cambiato, e alla fine l’ensemble composto da Serafina Steer (arpa, tastiere, voce), Emma Smith (violino, chitarra, voce), Andrew McKinney (basso, voce), Jason Buckle (synth, elettronica), Adam Betts (batteria, percussioni, voce) e dal cantautore di Sheffield, ha deciso di pubblicare l’album d’esordio “Beyond The Pale”, uscito per Rough Trade Records.

Probabilmente è stata la qualità del materiale a convincere la band che valeva la pena immortalare i sette brani, registrati dal vivo e poi sistemati in studio, grazie anche al continuo dialogo coi fan che Jarvis ama alimentare. L’ascolto rivela un album corale, anche se non è difficile rintracciare le impronte dell’ingombrante personalità di Jarvis, che nelle liriche indaga questioni esistenziali a cui forse nemmeno le brillanti melodie della band possono dare risposta.

L’umore che impregna i brani di “Beyond the Pale” è un’energia ricca di inquietudine, piena di ritmo e di tonalità cupe, che sembra uscita da qualche scenario distopico. Spiccano il synth-pop ipnotico di Am I Missing Something? e la tensione di Sometimes I Am Pharoah, la cui traccia iniziale è stata registrata in una grotta del Middle England. A chiudere, lo strepitoso ritornello di Children of the Echo, registrata al Primavera Sound.

Il buon vecchio Jarvis è sempre pronto a sorprendere, e anche questa volta è riuscito a farci ascoltare qualcosa di nuovo, un progetto molto interessante da vedere dal vivo, che non ha perso il suo valore in questo “alive album”.

Mattia Sofo