Dopo ben dodici anni di assenza, torna uno dei misteri più belli del pop del terzo millennio. I Kings of Convenience, duo norvegese formato da Erlend Øye e Eirik Glambek Bøe, hanno contribuito a far nascere un genere, il cosiddetto new acoustic movement, che a cavallo dei due millenni ha portato alla ribalta altre band quali i Turin Brakes, gli I Am Kloot, ma anche i Coldplay.
Dopo di loro, chiunque avesse voluto ricostruire le fondamenta acustiche della musica popolare avrebbe dovuto confrontarsi con un lavoro fondamentale ed anthemico sin dal titolo come “Quiet Is the New Loud”. Poi il duo fece sognare migliaia di ragazzini con un miracolo commerciale quale “Riot on an Empty Street” (l’album della famosissima Misread). Infine, con “Declaration of Dependence”, pubblicato nel 2009, sembrava avessero salutato tutti.
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Inaspettatamente, “Peace or Love” riporta invece in auge i Kings of Convenience con undici canzoni che, nel loro riconoscibilissimo stile, pochissimo se non nulla hanno da invidiare alle vecchie composizioni. L’iniziale Rumours ci regala subito quel sentore di pace e serenità che solo Erlend ed Eirik sanno dare; Rocky Trail e il suo riff irresistibile d’archi fanno da perfetto singolo di ritorno; Love Is a Lonely Thing e Catholic Country sono due bellissimi duetti con la cantautrice canadese Feist, a suo completo agio con le atmosfere intime dei norvegesi; Angel è la prova concreta che la miglior bossanova pop dai tempi di João Gilberto sia made in Scandinavia; Fever la dance più sensuale ed onirica in circolazione.
Bentornati Kings of Convenience, dunque, e che non si debba più aspettare una dozzina d’anni per avere il piacere di ascoltarvi ancora.
Andrea Manenti
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Mi racconto in una frase: insegno, imparo, ascolto, suono
I miei 3 locali preferiti per ascoltare musica: feste estive (per chiunque), Latteria Molloy (per le realtà medio-piccole), Fabrique (per le realtà medio-grosse)
Il primo disco che ho comprato: Genesis “…Calling All Stations…” (in verità me l’ero fatto regalare innamorato della canzone “Congo”, avevo dieci anni)
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Clash “London Calling” (se non erro i Clash arrivarono ad inizio superiori…)
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: adoro Batman