Milano, venerdì 28 ottobre 2016

img-20161028-wa0007Metti un torinese, un romano e un napoletano, un venerdì sera, sull’intimo palco dell’Arci Ohibò, a Milano. Quello a cui si assiste non è una barzelletta, ma una ricercata performance artistica, a metà strada fra il teatro sperimentale e un concerto rock’n’roll. L’attesa è tutta per Giovanni Truppi, cantautore di origini napoletane, cantastorie sarcastico, allo stesso tempo leggero e complesso, uno di quei pochi che ancora delle banalità riesce a fare delle commoventi tragedie e del dolore una ironica poesia. A precederlo ben due artisti in apertura. Il primo è Bonetti, accompagnato solo dalla sua chitarra, che si presenta come un nostalgico e malinconico musicista. Raccoglie tutti i suoi sentimenti in canzoni dedicate all’infanzia e alla città di Torino, di cui ci fa scoprire ogni angolo e ogni segreto nei suoi testi di buon cuore. Il secondo a calcare le scene è Lucio Leoni, accompagnato da un socio alla chitarra. Lui non canta, non subito, ma recita un sentito inno tragicomico dedicato alla città eterna, ne rispolvera vecchie glorie e si rammarica di un passato non vissuto. Con raffinata simpatia passa dal teatro-canzone ai vocalizzi in stile Diamanda Galas, fino al rap provocatorio di A me mi.

Quando Giovanni Truppi sale sul palco il pubblico è già scaldato. Rispetto al suo precedente tour, che lo aveva visto accompagnato solo dal suo pianoforte, con lui ha nuovi elementi, una band al completo e quindi nuovi suoni, nuovi arrangiamenti e diversi brani a comporre la scaletta. Si presenta con l’ennesima canotta bianca del suo guardaroba e quell’espressione umile che continua a contraddistinguerlo. Rompe il ghiaccio al piano con una delicatissima “Scomparire” e con “Nessuno” aiutato dai battimano del pubblico, poi imbraccia la chitarra e la folla è visibilmente fomentata sulle note di “Ti voglio bene Sabino”, anche se nessuno sa chi sia Sabino.

cm3ch5tw8ae8f4iNei testi del suo ultimo omonimo album, uscito l’anno scorso, si passa da un personaggio all’altro, come se ogni brano ne avesse uno che vive di vita propria e che espone le sue ragioni. Si prosegue difatti con “I pirati”, dolcissimo inno ai legami invisibili, “Tutto l’universo”, in cui la band gli presta le seconde voci, ed “Eva”, che il nostro caro Truppi ci regala in solo voce e piano.
Il concerto finge d’esser terminato sulle note di “Stai andando bene Giovanni”, uno di quei brani che servono a spronarti quando la vita sembra non sorriderti mai, poi il bis, per il quale Truppi torna sul palco con una canotta rosa, con l’immancabile “Superman” e quella sensazione di cedere ad ogni desiderio che si porta dietro. “Giovinastro”, che incastra nei suoi stessi accordi sfrontati, “Hai messo incinta una scema” e infine “Amici nello spazio”, una canzone densa di lunghi arrivederci.

SCALETTA
Scomparire / Nessuno / Il mondo è come te lo metti in testa / Ti voglio bene Sabino / La domenica / Lettera a Papa Francesco I / I pirati / Ti ammazzo / Tutto l’universo / Eva (solo voce e piano) / Il pilota è vivo / Respiro / 19 Gennaio / Stai andando bene Giovanni / Superman / Giovinastro / Hai messo incinta una scema / Amici nello spazio.

Marilena Carbone