Sabato 17 febbraio, quasi mezzanotte. Ciuffo e maglia gialla, Colombre si affaccia sul palco timido e con lo sguardo basso.
“Come siete belli con tutti quei glitter in faccia!”, saluta il pubblico del circolo arci MU di Parma e ringrazia l’organizzazione della serata Milk. Non avevo voglia di uscire stasera. Troppo freddo, un po’ di pioggia e quell’incredibile sforzo che è vestirsi.
Aggiungiamo pure il fatto che, nell’ultimo anno, ho visto così tanti concerti della scena Itpop, che sono diventata una presenza fissa sottopalco più per abitudine che per passione.
Colombre, nome d’arte del cantautore marchigiano Giovanni Imparato, lo avevo già incontrato al Bleech festival la scorsa estate, un ascolto distratto, sottofondo di chiacchiere e birra. Sará la solita storia: due canzonette stonate uguali a tutte le altre già sentite, applausi, giù il sipario. E invece no. È impossibile non restare incantati dal modo in cui Colombre riempie la scena. Dalla passione e da tutto l’amore che esce da quelle note. Dalla delicatezza e da quel modo gentile ma sofferto con cui racconta di mancanze, incomprensioni, perdite e ritrovi. Perché la musica è bella quando è emozione e Colombre sa emozionare tutti, anche quando non hai voglia di far serata, anche quando non conosci i testi delle canzoni.
Bugiardo, Sveglia, T.S.O, Dimmi tu, una dopo l’altra tutte le tracce di Pulviscolo fanno canticchiare e muovere le anche, ma gli occhi restano incollati al palco. Verso la fine, solo sul palco con la sua chitarra, Colombre regala una meravigliosa cover di “Senza un perché” di Nada e l’inedito “Anna è una scintilla”, dedicato a un’amica con una storia triste alle spalle, che viene introdotto da parole che inciampano per la commozione. “So che siamo qui per far festa ma è una canzone che voglio farvi sentire, quindi non me ne frega niente, la suono lo stesso”.
Il concerto chiude con un bis di Sveglia, un lungo applauso, gli occhi lucidi.
Ma stiamo sorridendo tutti.
Report di Cecilia Tanzi
Fotogallery di Anna Lisa Botti

Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.