Il ritorno di Bonetti dal vivo

“QUI”, l’ultimo album di Bonetti, è uscito a fine ottobre, in concomitanza con la chiusura dei locali che gli ha negato la possibilità di una vera e propria presentazione live. La sessione che vi presentiamo oggi in esclusiva, registrata all’Arci Bellezza di Milano per sostenere la campagna di crowdfunding “La città di tutti” lanciata dal Circolo, è stata quindi la prima occasione per Bonetti di presentare alcuni brani del suo disco su un palco.

Il concetto di “qui” che sta alla base dell’album trova un nuovo significato nel magnifico contesto della Palestra Visconti, già scenografia del film “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti, oltre che luogo di allenamento di alcuni campioni mondiali ed europei di pugilato degli anni ’50 e ’60. Un “qui” carico di storia, che in questo live si fonde alla perfezione con la contemporaneità dei palchi silenziosi.

Un set volutamente minimale, in cui i brani spogliati dagli arrangiamenti presenti sul disco vengono proposti nel modo più diretto e sincero, come a voler cristalizzare il momento che stiamo vivendo. Ma un set comunque finalmente registrato su un palco, perché quello che è successo (e sta continuando a succedere) non può fermare la voglia di tornare a vivere la musica live. Un primo passo, insomma. Un nuovo passo.

Questo il link per sostenere la campagna promossa dall’Arci Bellezza di Milano per permettere al Circolo di ripartire e continuare a svolgere l’importante attività culturale che porta avanti da tanti anni, concerti compresi.

Qui sotto potete leggere il racconto scritto direttamente dal cantautore piemontese sulla giornata del suo ritorno a Milano per questo primo live dopo tanti mesi di silenzio obbligato. Infine potrete gustarvi il concerto in esclusiva.

 

Il diario della giornata

Milano l’ho lasciata una sera di settembre, dopo averci vissuto per tre anni e mezzo, con la Renault di mio padre piena degli ultimi scatoloni. Io e R. ci siamo fermati a mangiare una pizza vicino alla casa ormai vuota (di quel vuoto che rende quasi estranei i luoghi fino a poco tempo prima famigliari) e poi siamo partiti in direzione di Torino.

A Milano ci sono tornato un sabato di aprile, con l’Interregionale delle 11:05. Col sole forte sul collo e lo zaino, la chitarra e il synth sulle spalle, ho finalmente ripreso la metro, una delle cose che più mi mancava della mia geografia personale della città. Linea gialla fino a Porta Romana e poi a piedi, fino al Bellezza.
 
Inutile dire che non è stato facile accettare l’idea di non poter suonare dal vivo l’album su cui ho lavorato con tutto me stesso negli ultimi due anni. Certo, la situazione generale era evidente da tempo, e non è stata una sorpresa la chiusura dei locali a novembre, però questa consapevolezza nulla ha potuto sullo sconforto. Ho fatto uscire il disco sapendo quello che sarebbe successo, d’accordo, ho messo la maglietta bagnata in mezzo all’aria fredda.
 
Comunque, al netto di tutti i discorsi sull’attualità che non si possono più sentire (e che non ho di certo voglia di fare adesso), sono contento che queste canzoni, alla fine, abbiano incontrato il palco nella città in cui sono nate. Tutto il disco parla di un “qui” esistenziale più che geografico, ma non si può prescindere dal fatto che quei brani sono nati in un posto ben preciso, con le sue dinamiche, i suoi rumori, i suoi tic, le sue bellezze.
 
A Milano ci sono tornato e sono finito a suonare in un posto storico come la Palestra Visconti, con le telecamere al posto delle facce e i silenzi al posto degli applausi. Eppure è stato bello ed emozionante. Di una bellezza scostante, ma non meno sincera. Io, da solo, con le mie canzoni e il palco, finalmente.
 
Poi, finito il set, ho passato il pomeriggio con S.. La sua Twingo rossa ha tagliato le vie e i quartieri, come forbici intente a ridurre in brandelli il telone polveroso che ha ricoperto tutto in questi lunghi mesi. Abbiamo rivisto facce amiche e poi siamo tornati a Porta Romana, per andare in una cioccolateria pazzesca. S. mi ha regalato dei cioccolatini “Portali a casa, falli assaggiare a R.”, e poi mi ha riaccompagnato a Centrale.
 
Le risaie si allagano ad aprile, e viste dal treno sono come frammenti di specchio. Ecco, specchiamoci, sistemiamoci, che è quasi ora di uscire.   
 
(Bonetti)
 

Live session @ Circolo Arci Bellezza