Acquaviva (Siena)
30 agosto 2019
Arriviamo dalle campagne toscane in un paese piccolissimo e ignorato persino dai cartelli stradali. Cerchiamo un bar, ma non ce sono. Acquaviva è in pratica una strada nel silenzio, ma ci basta arrivare alla piazzetta, affacciarci e rimanere senza parole. Sotto di noi una festa e un palco da grandi eventi.
La gente inizia ad arrivare, mangiamo insieme aspettando che la musica inizi. Franklin James Fisher e i suoi Algiers ci introducono alla magia dell’evento. Ormai gli spazi sono affollati di gente che ama la musica ed è orgogliosa di questa manifestazione. Il frontman americano trascina il pubblico amalgamando black music, soul e noise, e accompagnando la sua voce elastica con una tastiera sporca e una chitarra rumorosa. Il bassista sembra uscito da un film di Tim Burton. Ci delizia con le sue mossette ed esibisce una ghigliottina tatuata sul braccio, mentre l’altra chitarra gioca con gli effetti. Siamo ammaliati dai rimandi musicali così bene mixati e sentiamo il nuovo che omaggia il passato.
Intervallo doveroso e arrivano i !!! (chk chk chk), qui nella loro unica data italiana e nel giorno dell’uscita del loro ottavo disco in studio, “Wallop”. È il delirio, Nic Offer, con i suoi ormai immancabili shorts, è una trottola che ti ipnotizza, lancia un lazo alle caviglie e ti fa volare nel vortice di dance, funk e di tutto il ballabile possibile. L’intero pubblico si agita agli ordini di questo pifferaio mai domo. Lui scende dal palco e cavalca l’onda degli adoranti, regalando abbracci e sorrisi. L’energia che il gruppo ha trasmesso risuonerà a lungo nella valle toscana.
31 agosto 2019
Dopo una giornata a zonzo tra gli incantevoli dintorni e una cenetta a base di “pici” fatti a mano, torniamo in transenna per Io e la Tigre, un duo grrl power, nipote di un certo punk che tanto ci piace e ci rincuora. Non tutti i giovani sono ammaliati dalla trap e dai “mambi” più o meno italiani. Ci sono ancora speranze che una batteria secca e una chitarra veloce possano destare vibrazioni posivive. Alle ragazze, che ho incontrato dopo il concerto, ho augurato di continuare così. La Tigre ringrazia.
Poi arriva la magia: sul palco sale una regina e gli spettatori si trasformano in sudditi adoranti di Anna Calvi. La cantautrice britannica non ha bisogno di trucchi o di false movenze da star, le basta la presenza, fatta di voce e chitarra. Il suo spettacolo è come una messa, una liturgia laica per fedeli osannanti. Il canto sfiora tutti i tasti delle emozioni. Le dita accarezzano, ma spesso graffiano le corde. L’etereo si manifesta nella sincerità, la nudità nella spontaneità. Non diva, ma artista fragile e passionale, che ci regala tutta sé stessa, la donna che è.
Massi Marcheselli
L’immagine di copertina è tratta da giglist.com
