Atteso ritorno per i Selton, quartetto brasiliano di stanza a Milano. Il nuovo disco, il quarto della band, si chiama Loreto Paradiso esce il 18 marzo in seguito a una proficua campagna di raccolta fondi su MusicRaiser. Hai avuto l’occasione di ascoltarlo in anteprima in questa domenica in cui la band ha allestito una festa bizzarra e meravigliosa, scaricando quintali di sabbia nel cortile di un palazzo di Via Porpora in zona Loreto a Milano. Hai ascoltato il disco in cuffia, comodamente seduto adagiato su una sdraio. Per rendere ancora più gradevole l’esperienza non sono mancati mini live acustici, le birrette fresche, le palme gonfiabili, i piatti tipici brasileri, il rumore del mare in diffusione e una valanga di sorrisi. I tuoi amici ti gironzolavano intorno a zig-zag tra le ragazze con i buffi cappelli, la band era tra gli invitati sempre pronta a raccontare a chiunque il loro recente lavoro con l’umiltà e la schietta simpatia che la caratterizza.
Il concept che sostiene queste 11 canzoni si spiega con queste semplici ma centrate parole dei nostri protagonisti “Loreto è il quartiere nel quale viviamo da qualche anno. Milano non è l’Hawaii e Loreto è lontano da essere quello che uno potrebbe chiamare paradiso, fidatevi. Abbiamo cercato il paradiso anche in Brasile e in Spagna, ma alla fine ci siamo accorti che quello che dicono è vero: il paradiso è veramente negli occhi di chi guarda. Loreto Paradiso non è un luogo reale, è uno stato d’animo. Non possiamo dare la colpa al luogo in cui ci troviamo, se dentro di noi stiamo vivendo in un inferno. Una volta che ti rendi conto di questo, inizi a riconsiderare le tue scelte, le convinzioni, la tua intera vita, ed è di questo che parla il nostro disco. In poche parole, si tratta di rendersi conto che la vita è troppo breve per lamentarsi, che le nostre decisioni possono davvero fare la differenza, che possiamo sempre fare meglio, sta a noi.”
Ma veniamo all’ascolto. Il disco inizia con la title track che ti spiega in pochi minuti quanto sopra. Due vite che si incrociano, due esperienze che si uniscono e contemplano un momento condiviso con la consapevolezza che sarà unico e irripetibile. E poco importa se “Lei viene dal nord”, dal sud, dal centro…quello che è importante è essere qui, adesso.
Parte subito un potenziale singolone “Voglia di Infinito”, una ballata nostalgica ma densa di ironia che ha tutte le carte in regola per rimanere impressa nella vostra memoria. Una cartolina scritta velocemente da un paese lontano, è un tuo vecchio amore perduto che ti scarabocchia i sentimenti. Il retro recita questa parole: “L’amore è un’avventura ma se vuoi c’è un treno per te, che nessuno sa dove porta…e che ti aspetta al binario 3” E’ un gioco di parole naif che ti colpisce al torace e ti lascia sulla pelle quel desiderio di infinito che non sentivi da un pezzo, ti stupisci.
Il riscatto, la voglia di ripartire, di rimettersi in gioco. Temi caldi nel singolo di apertura “Buoni Propositi”. Qui sei su una spiaggia al tramonto e saluti l’anno vecchio, il momento migliore per lasciarti alle spalle le cattive abitudini. Suona tutto come un bel brindisi di tanti auguri con il sorriso spalancato ma qui lo spumantino è così ghiacciato che ti blocca subito lo stomaco: “Felice anno vecchio, se niente è cambiato, i buoni propositi sono tutti sul piatto…che tanto è vuoto, come tanti di noi” . Un pugno in pancia.
Il momento d’introspezione, l’isolamento e l’ alienazione danno forma anche a “Qualcuno mi Ascolta?” una bossanova che si interroga sui rapporti effimeri tra conoscenti, quelli che qualcuno potrebbe chiamari amici. Ti stannoi in torno, gironzolano ma non vogliono sapere mai nulla di te, non hanno tempo di approfondire, di aprirsi, di cercarsi. Nasce un delizioso lamento su quanto diventa sempre più difficile ormai farsi ascoltare e ascoltare, farsi capire e capire chi ci circonda. Chiudi gli occhi. Provi a non pensare. Ti assopisci.
Ti restano i sogni, dunque, ma quelli vagamente assorti delle sei del mattino, quando nella testa decolla una samba indolente e rimani bloccato nell’indecisione. Ti crogioli nell’amarezza di un rimpianto che non ne vuol sapere di diventare un bel ricordo, aleggia, punzecchia. E’ la “Samba delle 6“: “Regali, Foto, Vestiti. Ricordi in liquidazione. A te è rimasto il silenzio, a me la nostra canzone”. Inutile dire che il cerchio si chiude sempre…a modo suo, ci sei arrivato da solo. E’ tutto nel pout pourri linguistico di “Hokkaido Goodbye”. Una lacrimuccia, due cuori, un’estate, una separazione e un bel respiro profondo per inalare i ricatti, i rimpianti e le sofferenze ed esalare solo il bello di amore unico, irripetibile ma ormai del tutto consumato.
“Goodbye, this is not so long, wish i had time to sing you one last song. Don’t cry, i don’t mean to be cruel, please remember me the way you do”.
Tutto passa, tutto resta, quello che sembra, quello che si è, quello che non si potrà essere mai.
Resti da solo, senti la schiena che appoggia sul divano, quando capisci che è la vita che ti entra ed esce dalle narici. Ti concedi un sorriso, è tutto per te, per quello che senti, per quello che sei. Adesso. Non ti era mai capitato. Sul piatto hai un disco meraviglioso da sentire e risentire ancora. Devi solo decidere quando ma stai bene, hai imparato la strada…per Loreto Paradiso.
Tum Vecchio
Voglia di Infinito suonata a casa Selton:
il disco spiegato ai Fan
Il primo videoclip

Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.