Brendan Lukens e Jake Ewald si conoscono al liceo, e lì formano un duo acustico, prima di trasferirsi a Philadelpha per l’università. Qui incontrano il batterista Sean Huber e il bassista Ian Farmer, e battezzano la band basandosi sulla copertina di un libero che il padre di Jake stava leggendo in quel periodo “Modern Baseball Techniques”. La loro categoria comincia negli stessi scantinati dove muovono i primi passi anche The Menzigers, Lee Hartney e Cayetana. Il primo album viene registrato nelle cantine della Drexel University, ma attira l’attenzione della Run For Cover Records che vuole produrre il loro secondo album. “You’re Gonna Miss It All” esce nel 2014 e raggiunge la top 100 di Billboard, lanciando la band in grande tour degli States assieme a The Wonder Years.
Si distinguono nettamente dall’emo core per i loro riferimenti ai Pixies e al grande indie americano anni ’90, senza però dimenticare la propria vena più rock e a tratti hardcore. Lo stesso anno approdano in Inghilterra per la prima volta, riconfermando tutto quanto di buono hanno suscitato negli States e consolidando il proprio successo anche Oltremanica, che gli vale un contratto di distribuzione anche in Europa. Il 2016 ha visto la pubblicazione del loro terzo album, “Holy Ghost”, che esce in contemporanea sia negli USA che in Europa. Il successo arriva subito, e l’album scala le classifiche arrivando a sfiorare la Top 50 di Billboard. Un successo che li consacra come gli alfieri del nuovo college rock americano, in attesa di una rinascita ormai da anni.
I MODERN BASEBALL finalmente suoneranno al Circolo Magnolia di Segrate. Domenica 29 Gennaio 2017
ingresso10,00 euro + d.p. disponibile su www.ticketone.it
riservato ai soci ARCI
Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.