I Converge hanno un’enorme qualità: suonano sempre dannatamente reali. “Bloodmoon I” è il decimo album in carriera per la band di Salem, la città statunitense delle streghe, e il primo con una formazione allargata a tre nuovi componenti (la cantautrice Chelsea Wolfe e il suo compagno di band Ben Chisolm, oltre al vocalist dei Cave In, Stephen Brodsky).

Il disco si apre a territori che, pur essendo stati poco visitati in passato da Jacob Bannon, Kurt Ballou e compagni, sembrano comunque parte del loro Dna grazie alla forza della scrittura e della musica. Questo lavoro non vive di solo hardcore, né della sua estrema destrutturazione iniziata ai tempi del capolavoro “Jane Doe”.  C’è anche metal, dark ed emo, il tutto condito armonicamente in dieci canzoni pienamente riuscite.

Anche dove la disperazione della voce di Bannon lascia spazio all’oscurità straziante di quella di Chelsea Wolfe o a quella marcatamente più emotiva di Brodsky, il risultato rimane di alto livello. Persino nei tratti maggiormente epici di alcuni brani figli del metal storico, la cruda spontaneità dei Converge fa sì che il tutto non risulti fumettistico, ma reale (eventuali rimandi ad Iron Maiden e Blind Guardian sono solo vaghi e lontani, fortunatamente niente più).

La scaletta è lunga (ma non troppo) e ben strutturata. Sin dalla title track, brano d’apertura nonché singolo di lancio, si può godere del nuovo sound crossover dei Converge, che solo in qualche episodio rimangono legati alla loro natura (Viscera of Men e Tongues Playing Dead), senza la paura di sperimentare altre soluzioni. Ecco quindi l’oscurità di Flower Moon, Scorpion’s Sting, Crimson Stone e della conclusiva Blood Down, la cavalcata di Coil, l’alternative rock di matrice nineties di Lord of Liars, l’emo alla Deftones di Failure Forever o la sabbathiana Daimon.

Una band che riesce a maturare per ben due volte (la prima ai tempi del già citato “Jane Doe”) reinventandosi quasi completamente, ma rimanendo comunque fedele a se stessa, è una grande band, grandissima. Applausi.

Andrea Manenti