Milano, 24 gennaio 2025
Siamo stati alla festa di Alberto Bianco all’Arci Bellezza per celebrare i primi 10 anni del suo “Guardare per aria” (INRI), un album che ha segnato il percorso discografico del cantautore torinese e che ha sempre suonato in modo nitido, franco e coraggioso.
Bianco affida l’opening a Roberto Cicogna e ai brani del suo “Saluti da Parì” (2024), primo album in italiano dell’artista, che sale sul palco accompagnato solo da una chitarra elettrica. Gli accordi di Luna in pesci, con cui chiude il set, sembrano dialogare apertamente con la musica di Bianco, che si presenta poco dopo affiancato dai fedelissimi Filippo Cornaglia (batteria), Matteo Giai (basso) e Damir Nefat (chitarra).
Lo scenario è più suggestivo del solito: tra i musicisti, ben distanziati sul palco, svettano lampade ellissoidali dalla luce calda che creano un’atmosfera sospesa, perfetta per l’intro morbidissima di Quello che non hai. La band infila subito metà delle tracce di “Guardare per aria” e in sala cantano tutti. Drago è il solito crescendo liberatorio: “La felicità / è un drago fatto di / gesti piccoli / ma così piccoli quasi invisibili”.
La scaletta continua con il meglio del suo repertorio, almeno un brano per ogni album. 30 40 50, Morsa, ma anche le più datate La strada tra la terra e il sole, Mela e Splendidi. Bianco è padrone del palco e si muove divertito e con entusiasmo, scherza di continuo, anche in mezzo alle canzoni, sembra quasi di vederlo in sala prove. Anche il pubblico è estremamente a proprio agio, la festa funziona e ci si lascia andare tutti insieme, si salta e si canta di gusto.
L’ultimo assaggio di “Guardare per aria” vede una dinamica versione di Corri Corri, Bianco coinvolge una ragazza che sale sul palco a cantare le parti di Levante. Per finire arrivano gli ospiti della serata, i Santi Francesi, che accompagnano Alberto in una delicata esecuzione de Le stelle di giorno. Mario e Alessandro si integrano perfettamente con la band servendo con destrezza una delle tracce più indelebili dell’album.
Il concerto si chiude con un bis di tre brani, Bianco prova ad allungare Biglie più che può, prendendosi tutto il tempo che gli serve tra una strofa e l’altra, poi si congeda tra abbracci e sorrisi, condivisi su e giù dal palco. Sapevamo già di cosa è capace, ma vederlo così sereno è un bellissimo regalo, per noi e per le sue canzoni.
Bianco è uno dei cantautori più incisivi del panorama italiano, la sua scrittura è nuda, semplice e audace. Se vi riesce di intercettare questo tour celebrativo nelle prossime tappe, non mancate. Il suo concerto è un momento di distensione collettiva, vi farà bene.
P.S.
Non è riuscito a trattenersi nemmeno in scaletta, occhio ai titolacci burloni.
Mattia Sofo

Mi racconto in una frase: “Il segreto è il whiskey” (dopo aver ottenuto il foglio rosa)
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica: Alcatraz (Milano), Serraglio (Milano), Circolo Ohibò (Milano)
Il primo disco che ho comprato: Doveva essere qualcosa di Ligabue.
Il primo disco che avrei voluto comprare: Pink Floyd – Atom Heart Mother
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: Mi piace andare al cinema da solo.