Milano, 26 febbraio 2019
Una serata inaspettata. Iniziata in un certo modo, si è conclusa felicemente nel suo opposto. Fidandomi dell’orario indicato sul biglietto, verso le 21.30 mi trovo davanti a un Biko ancora chiuso. Mezz’ora di attesa, entro, bevo una birretta e alle 22.15 sale sul palco l’inaspettato Karl Larsson, leader degli svedesi Last Days of April, per un’altra mezz’ora di set chitarra acustica e voce. In un look che lo potrebbe far assomigliare al Drug Buddy del protagonista della serata, fra il depresso e il bucolico, Larsson si trascina verso il finale affidandosi alla sorprendente Where We Belong, canzone a la Neil Young estrapolata dal repertorio della band madre.
Ancora 25 minuti d’attesa e on stage si palesano i Lemonheads nella più recente formazione, che comprende anche il bravissimo Chris Brokaw (già Codeine) alla chitarra. Evan Dando è sporco, stona, sembra farci più di esserci, ma piano piano lo show carbura. Siamo appena dopo The Turnpike Down e il musicista americano si ferma un attimo, chiede scusa, dice che si è sentito poco bene. Da qui in poi tutto il live prende quota. Evan sbava sì nell’esecuzione, ma inizia a suonare, cantare, ululare, divertirsi e, quasi senza accorgersi, regala agli spettatori la bellezza di 34 pezzi in un’ora e quaranta di concerto senza pause.
I successi ci sono tutti, così come alcune chicche raramente suonate, svariate cover, riprese dalla carriera solista sua e di Brokaw. Brani tirati, punk, country, set acustici, duetti di chitarre fra Evan e Chris, poesia, distorsione e tanta tanta melodia regalano infine una serata incredibile.
Finito il set, causa il lavoro del giorno successivo, vado direttamente a casa, ma appena prima di dormire, alle 2.00 circa, ricevo un messaggio da un amico che mi riferisce la situazione a quell’ora notturna fuori dall’arci milanese. Dando è seduto per terra e cerca di contattare telefonicamente una ragazza che sembra gli abbia dato buca: uno di noi.
Andrea Manenti
Scaletta: (full band) It’s About Time / Hospital / Down About It / The Turnpike Down / The Great Big No / It’s a Shame About Ray / Can’t Forget (Yo La Tengo cover) / Rudderless / Abandoned (Lucinda Williams cover) / Left for Dead / Tenderfoot (Smudge cover) / Old Man Blank (Bevis Frond cover) / Speed of the Sound of Loneliness (John Prine cover) / Confetti / It Looks Like You (Evan Dando solo career) / My Idea (Chris Brokaw solo career) / I Just Can’t Take It Anymore (Gram Parsons cover) / Settled Down Like Rain (Jayhawks cover) // (Evan Dando acoustic solo) Frank Mills / My Darling (Juliana Hatfield cover) // (Evan Dando and Chris Brokaw guitar set) Outdoor Type / Frying Pan (Victoria Williams cover) / Being Around / All My Life (Evan Dando solo career) / Magnet (NRBQ cover) / Hard Drive (Evan Dando solo career) / Favorite T / Ride with Me // (full band) / Break Me / Buddy / Hannah & Gabi / Big Gay Heart / Straight to You (Nick Cave & The Bad Seeds cover) / Into Your Arms
Ph: Nicola Braga
Mi racconto in una frase: insegno, imparo, ascolto, suono
I miei 3 locali preferiti per ascoltare musica: feste estive (per chiunque), Latteria Molloy (per le realtà medio-piccole), Fabrique (per le realtà medio-grosse)
Il primo disco che ho comprato: Genesis “…Calling All Stations…” (in verità me l’ero fatto regalare innamorato della canzone “Congo”, avevo dieci anni)
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Clash “London Calling” (se non erro i Clash arrivarono ad inizio superiori…)
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: adoro Batman