Milano, 4 ottobre 2018

Ventinove anni di carriera divisa in due vite, entrambe scintillanti, alle spalle, cinquantun anni per il leader Brett Anderson, eppur “così giovani, così perduti, così in grado di spaventare il cielo con occhi di tigre”, come recita un loro famoso brano. Ma andiamo con ordine.

La serata inizia puntuale alle 20.30 con l’esibizione della gallese Gwenno. Sei canzoni per mezz’ora di concerto intenso, strambo ma degno di nota. Due synth, un tamburello, basso, batteria e chitarra con attaccato sempre per bene il pedalino del riverbero, una leader magnetica con un vestito bianco, mezzo da sposa mezzo da contadina, atmosfere sognanti sprofondanti a volte nell’incubo, una lingua incomprensibile come il cornico utilizzato per i testi e una quasi hit come la finale Eus Keus?: promossi a pieni voti.

Mezz’ora di pausa, poi le luci si spengono. Gli Suede, band inglese madrina del brit pop e portatrice sana di glam, si materializzano sul palco sulle note di As One, brano d’apertura dell’ultimo “The Blue Hour” (qui la nostra recensione). Un inizio soffuso e dark durante il quale Mr. Brett Anderson concede alla platea solo il suo profilo sinistro, ma fra la quarta e la quinta canzone in scaletta avviene la trasformazione: Brett si volta, ti fissa, sorride maliziosamente e si tuffa tra i suoi fan. È il delirio. L’inno The Drowners è cantato letteralmente fra gli abbracci del pubblico estasiato.

Il continuo del concerto non farà che esaltare sempre di più le doti della band londinese e in particolare quelle del suo leader. Bello, ipnotico, con una grandissima voce, uno stile unico, iconico nel suo essere vera rockstar, Brett si prende meritatamente tutta la scena facendo gioire i presenti con canzoni immortali quali Metal Mickey, Trash o Animal Nitrate, regalandogli gioielli oscuri nella resa di ben otto brani dal nuovo lavoro, richiedendo ed ottenendo il silenzio durante la resa totalmente unplugged solo chitarra e voce di una Oceans da pelle d’oca.

L’encore finale è affidato all’immortale Beautiful Ones, forse la canzone più famosa del gruppo, e alla nuova, melodica, intensa e semplicemente bella Life Is Golden. Un’ora e mezza, uno scroscio di meritatissimi applausi e gli Suede tornano al buio del dietro le quinte lasciando il ricordo di uno dei migliori live dell’anno.

Questa la scaletta degli Suede: As One / Wastelands / Outsiders / Cold Hands / The Drowners / We Are the Pigs / So Young / He’s Dead / Tides / Roadkill / Sometimes I Feel I’ll Float Away / Heroine / It Starts and Ends with You / Metal Mickey / Trash / Animal Nitrate / Oceans / The Invisibles / Flytipping // Beautiful Ones / Life Is Golden

Andrea Manenti