Mike Kinsella, leader del gruppo American Football, torna in Italia a maggio per presentare il suo ultimo album The Avalanche a nome Owen. Cinque le date appena annunciate. Scopriamole insieme:
17/05 @ Bologna, Locomotiv
18/05 @ Milano, Biko
19/05 @ Torino CAP10100
20/05 @ Livorno, The Cage
21/05 @ Roma, Auditorium Parco Della Musica
Owen parte nel 2001 con l’album omonimo e, ad oggi, la sua discografia vanta dieci pubblicazioni, l’ultima nel 2020 con The Avalanche.
Quest’ultimo viene considerato l’album più intenso di Owen, “The Avalanche” offre una nuova raffinatezza, ampi orizzonti musicali che fanno spazio a testi devastanti.
Se negli album precedenti il sarcasmo e l’umorismo tipico di Kinsella alleggeriva i testi più pesati, in “The Avalanche” porta le canzoni in luoghi ancora più oscuri. È un album profondo che offre un’autoriflessione dolorosa e schietta attraverso una passeggiata tra i capitoli più difficili della vita.
“The Avalanche” arriva dopo “American Football (LP2)”, pubblicato dopo oltre 15 anni dall’ultimo disco della band, e “The King of Whys”, del progetto Owen, usciti entrambi nel 2016. “The King of Whys” ha dato il via a una collaborazione con il produttore Sean Carey (Bon Iver) e l’ingegnere Zach Hanson (The Tallest Man On Earth), che arricchirà la produzione di arrangiamenti più dettagliati e una scrittura diretta.

Smemorato sognatore incallito in continua ricerca di musica bella da colarmi nelle orecchie. Frequento questo postaccio dal 1998…
I miei 3 locali preferiti:
Bloom (Mezzago), Santeria Social Club(Milano), Circolo Gagarin (Busto Arsizio)
Il primo disco che ho comprato:
Musicasetta di “Appetite for Distruction” dei Guns & Roses
Il primo disco che avrei voluto comprare:
“Blissard” dei Motorpsycho
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Parafrasando John Fante, spesso mi sento sopraffatto dalla consapevolezza del patetico destino dell’uomo, del terribile significato della sua presenza. Ma poi metto in cuffia un disco bello e intuisco il coraggio dell’umanità e, perchè no, mi sento anche quasi contento di farne parte.