Metti un po’ di musica leggera, anzi leggerissima. Ecco, se volete un po’ di musica leggerissima ascoltatevi “Io Non Sono Sabbia”, l’EP dell’esordiente Le rose e il Deserto, che con quel nome d’arte sembra una band eppure è uno solo. Ma tanto ormai la wave degli pseudonimi è senza controllo dai tempi di Thegiornalisti e Iononsonouncane, tutti tutto attaccato.

E insomma, questo ragazzo ha tirato giù cinque pezzi di pop easy italiano vecchia maniera. Roba disimpegnata, orecchiabile e rilassante, un po’ stile primi anni duemila, quando il mondo era un posto molto, molto più semplice rispetto ad oggi. Niente rap, niente trap, niente rime arrabbiate o finemente ricamate, niente critica sociale, niente temi d’attualità, niente argomenti di rottura, niente testi adeguati al pensiero unico dominante o contro corrente e fuori dal coro. Niente di tutto questo.

Cinque pezzi pop di una semplicità disarmante. E credetemi non è un difetto, anzi! Diventa sempre più raro riuscire a trovare canzoni che siano solo canzoni. Un passatempo per passare il tempo. Non a caso la cornice musicale creata da questo giovane cantautore dalla erre moscia simpatica ti dà l’idea di una fresca giornata primaverile. Uno di quei venerdì di maggio in cui non hai tanti cazzi per la testa e stai semplicemente cuocendo il sugo per gli spaghetti. Sapete che valore ha realizzare un pezzo che ti tolga i pensieri dal cervello? Ecco, ci siamo capiti.

Mi prendo la responsabilità di asserire che Le rose e il Deserto è un progetto potenzialmente molto interessante che, maturando ancora un po’ musicalmente, può sfornare degli album che potrebbero prendere dimora stabile nelle vostre personalissime playlist.

Marco Improta