Milano, 13 ottobre 2017

Al venerdì, di solito, rientro a casa tardi. Il tempo è gramo per cucinare, la testa rotta per pensare. Butto due uova in padella, le guardo friggere dal balcone, o mangio una mozzarella in piedi, davanti al frigo. Scrivo agli amici che non ce la faccio, che sono stanco, ci sentiamo dopo. Poi lavo i piatti, cambio le scarpe. Tempo mezz’ora e sono di nuovo in forma. Esco, vada come vada.

Al venerdì, di solito, c’è Linoleum. La serata per i giovani yeye. Quest’anno si è trasferito dal sottosuolo del Rock’n’Roll al lungo naviglio del Rocket. È a due passi da casa, ma per quanto mi riguarda quello di venerdì 13 ottobre è il mio esordio stagionale. Niente uova stasera, niente mozzarella. Un riso bollito con le zucchine avanzate può bastare. Esco, cerco un ponte per attraversare il naviglio e arrivo dritto al punto.

La novità è che in cima al locale, sul cornicione ad angolo retto, compare la grande scritta Linoleum su un tabellone luminoso. Roba studiata dai ragazzi dell’organizzazione per aizzare la folla e rastrellare la zona bivacco. A intermittenza spuntano anche i nomi delle band che apriranno la serata. Questa volta tocca a The Lonely Rat e al combo pugliese La MUNICIPàL (si scrive così, tutto in maiuscolo tranne la à), sbarbatoni talentuosi.

Il pubblico entra alla spicciolata e si dispone di fronte al palco. Un misto griglia di stili che riflette in pieno lo spirito della serata. C’è quello con gli occhialoni, gli outsider con la giacca, l’habituè al secondo vodka-tonic, i musicofili, quelli che «siamo qui solo per ballare».

A mettere tutti d’accordo ci pensa The Lonely Rat, al secolo Matteo Griziotti, ex chitarrista di Merci Miss Monroe e Finistere. Le sue composizioni chitarra e voce sono delicate e intime. Quadretti di vita vissuta da contemplare davanti a un camino, con le caldarroste a sfrigolare sul fuoco. E poco importa se questa sera The Lonely Rat ha di fronte centinaia di persone e un bancone pronto a spillare alcol a profusione. Sulle note di Spectacles of Mistery, il brano introduttivo del suo set, basta chiudere gli occhi e ci si ritrova di nuovo davanti al camino. Poi è la volta di Gave up, Growing up, che Matteo presenta così: «Il senso di questa canzone è questo: non crescere come ti dicono di crescere, ma cresci come ti pare». Prima della chiusura c’è spazio anche per un paio di cover d’eccezione: Day is Done di Nick Drake e soprattutto una versione acustica di Dying Degree dei Nofx, che tradisce il retroterra punk del nostro.

Il live de La MUNICIPàL si distingue nettamente da quello di The Lonely Rat. Sussurrato e da cameretta il primo, urlato e da combriccolona il secondo. Cambia anche il tipo di pubblico, il background, l’obiettivo. La band di Galatina guidata da Carmine Tundo (chitarra e voce) in coppia con la sorella Isabella (voce e tastiere) mette in piedi un concerto entusiasmante e sudato, con i giovani fan in delirio per i singoli più noti. Tra questi spicca Discografica Milano («È strano suonarla proprio qui, a Milano», spiega Carmine prima di attaccare), che cita via Lecco, Porta Venezia e via Rossetti. Il loro sound, fresco ma dilatato, intelligente ma d’impatto, è la colonna sonora di certe nostalgiche emozioni adolescenziali. La paura di crescere e cambiare, la lontananza dalla terra natale. L’esatto mix tra i vecchi Baustelle (la voce femminile alla Bastrenghi non perdona) e i nuovi Canova (non a caso presenti tra il pubblico), che esplode in brani come Lettera dalla provincia leccese e George (il mio ex pen friend).

Il resto, naturalmente, è già storia. Sgomberato il palco, tutti gli occhietti di Linoleum si voltano verso la consolle appollaiata alla destra del bancone. I djset di Davide Ragazzoni, Teø Blue ed Edoardo GoodVibes Romano sono esplosivi come sempre. Riso bollito permettendo, la serata è ancora lunga. Balli chi può.

Paolo Ferrari