Martedì 28 novembre, Magazzini Generali

Martedì sera, periferia sud di Milano, freddo siberiano. Giro l’angolo di via Pompeo Leoni per raggiungere i Magazzini Generali, e un bagarino mi corre incontro con una domanda: “Hai biglietti da vendere?”. Le stesse parole riecheggiano, disperate, tra le persone sorridenti in fila e quelle ansiose rimaste al di là della transenna. King Krule ha fatto sold out due settimane fa ma la speranza è l’ultima a morire.

King Krule ha 23 anni ma è già acclamatissimo. Ha all’attivo soltanto due album ma tutti ne parlano come un enfant prodige (anche noi, qui).
Il concerto comincia puntuale. La voce di Archy Marshall risuona intensa e potente anche dal vivo. Ci vogliono un po’ di pezzi prima che i ragazzi sul palco e quelli del pubblico si scaldino. Poi qualcuno dalle retrovie lancia un grido di incoraggiamento: “Stasera siamo tutti rossi!”. È vero, non è difficile entrare in empatia con questo ragazzo dai capelli rossi. La sua rabbia, le sue urla, le sue delusioni, sono anche le nostre. Ce le racconta con Out Getting Ribs e Half Man Half Shark, con Baby Blue e Easy Easy, accompagnato sul palco da altri cinque bravi ragazzi che mescolano le sonorità del jazz, del post-punk, dell’hip hop, dando vita a un intruglio complesso, a tratti confuso, ma forte.

Avere vent’anni è difficile, vivere in una società folle come la nostra è difficile, avere rapporti umani è difficile. King Krule, da ragazzo timido con un grande talento e tantissime cose da dire, lo sa benissimo: la sua musica è il riflesso di questi tempi inquieti, lui, l’incarnazione della sofferenza delle giovani anime sensibili. Speriamo tutti che continui a preservare la sua unicità, nonostante il suo successo.

Setlist: Has This Hit? | Ceiling | Dum Surfer | A Lizard State | Midnight 01 (Deep Sea Diver) | The Locomotive | Rock Bottom | Little Wild | Emergency Blimp | The OOZ | Half Man Half Shark | Baby Blue | Easy Easy | (encore) Out Getting Ribs

di Laura Musumarra