Indifferente rispetto ad ogni superstizione esce oggi, venerdì 17 febbraio, il nuovo disco de Il Pan del diavolo dal titolo Supereroi. Un nuovo lavoro in studio per il duo di origini siciliane, un album figlio di anni di sperimentazioni e concerti in giro per la penisola, uscito per La Tempesta Dischi, a quasi tre anni di distanza dal loro precedente album, Folkrockaboom. Il duo, per chi non lo sapesse composto da Pietro Alessandro Alosi, voce, cassa e chitarra, e Gianluca Bartolo, chitarra e seconde voci, sembra dire addio alla rabbia giovanile che pervadeva i precedenti album e torna con una maggiore consapevolezza e maturità, molto più spudorato e, senza mezzi termini, affronta argomenti delicati e taglienti, cedendo talvolta però anche alla leggerezza. Chitarre eclettiche e spirituali, crescita e salto oltre il confine artistico finora da loro invalicato, sono elementi presto riconoscibili ad un primo ascolto, seguiti da intrusioni ska rock e country.
Il disco è stato in parte co-prodotto da Piero Pelù che, ascoltata la versione demo, ha lavorato con loro su alcuni brani come Supereroi, Tornare da te, Aquila solitaria e Qui e adesso. Pelù ha visibilmente lasciato la sua impronta da cantante, e non da musicista, e si nota infatti, in questi brani, come si è deciso di lavorare, pur tenendo ben salda la pura energia del duo, su una maggiore apertura sonora e soprattutto vocale e cantata.
L’album vede anche la collaborazione dei Tre allegri ragazzi morti, Vincenzo Vasi e Umberto Maria Giardini, artisti che il duo ha voluto coinvolgere, un po’ per stima e voglia di collaborazione, un po’ perché aggiungessero forza e spessore ai brani che l’album contiene. E il risultato è un mix di forze che collaborano, energie che tentano di confluire verso un punto di arrivo su un’unica traiettoria, ma che non viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda. L’album si apre con Sempre in fuga, brano che ricorda a primo impatto una canzone ska (sarà colpa del suono delle sirene della polizia in sottofondo!) poi una ballata rock italiana. Con Strisce il duo si erige a paladino della sensibilizzazione sociale contro l’uso di droghe pesanti, senza semplicismi e banalità, in maniera poco scontata, ma sottile. Arrangiamenti folk nel brano Messico, una canzone tipicamente country che mette allegria e tristezza allo stesso tempo, “il passato è già lontano, in Messico sopra un aeroplano, con la dolcezza e anche un po’ l’amaro”.

Marilena Carbone