I Garbage sono il progetto attivo sin dall’inizio degli anni Novanta di tre maghi dello studio di registrazione: Steve Marker, Duke Erikson e soprattutto Butch Vig (sì, quello di “Nevermind” dei Nirvana), coadiuvati dall’irresistibile grinta della frontwoman Shirley Manson. Relegata spesso ingiustamente all’interno delle alternative band mediocri venute a galla nei Nineties, in verità la compagine americana ha da subito saputo creare un ottimo mix fra il rock e l’elettronica (vi ricordate la hit I Think I’m Paranoid?), spesso non inferiore a quello di altri colleghi più quotati in attività negli stessi anni. Questo “No Gods No Masters”, settimo album in carriera nonché uno dei migliori lavori in assoluto del gruppo, ne è l’ennesima prova.

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Senza uscire dai confini del crossover, fra chitarrone e suoni artificiali, i Garbage hanno infatti pubblicato un album che se fosse stato suonato da band più altisonanti (Depeche Mode o Nine Inch Nails, per citarne due) sarebbe diventato subito un piccolo classico. Dall’iniziale affronto alla società contemporanea basata sul denaro di The Men Who Rule the World, fra il Marilyn Manson di “Mechanical Animals” e una chitarrina alla Prince, al finale di This City Will Kill You, che unisce le soundtrack di Morricone a una base che potrebbe essere uscita dalla mente dei Wu Tang Clan, l’album non subisce infatti passi falsi.

Possiamo quindi godere dell’electro punk (quello nato dagli Intro5pect, rigurgitato dall’Ezra Furman di “Transangelic Exodus” e giunto ai giorni nostri grazie al lavoro di Du Blonde) di brani quali The Creeps e Wolves, delle ballad apocalittiche Uncomfortably Me, Waiting for God e A Woman Destroyed, dell’anthem Godhead («Would you deceive me if I had a dick? / Would you know it? / Would you blow it? // Call me a bitch / I’m a terrorist»), dell’esperimento fra Ministry e influssi latini di Anonymous XXX (quanto ce lo vedrei bene in un film di Quentin Tarantino questo pezzo!), della ripresa dei Cure di metà Eighties di Flipping the Bird e della title track che potrebbe essere uscita dalla penna dei Ramones periodo My Brain Is Hanging Upside Down (Bonzo Goes to Bitburg) / Pet Sematary.

A un lustro dal precedente “Strange Little Birds”, i Garbage sono quindi tornati per far sentire forte la loro presenza nel panorama rock internazionale. Diamo a Shirley e Butch ciò che meritano.

Andrea Manenti

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