Questo “Everything Harmony”, quarto album in carriera in uscita a tre anni di distanza dal precedente “Songs For The General Public”, segna un punto di arrivo per i Lemon Twigs. I fratelli D’Addario non si erano mai avvicinati tanto a una loro personale versione della perfezione. Caratteristiche principali di questo nuovo lavoro sono tre: la ripresa quasi filologica di un immaginario rock che si riallaccia direttamente ai meravigliosi anni Sessanta e Settanta, la pulizia quasi maniacale del suono come se anni di feedback, noise e punk non fossero mai esistiti e infine la bellezza cristallina delle tredici canzoni che compongono l’album.
L’inizio è affidato alla ballad per chitarra acustica, ma con fragoroso finale elettrico, When Winter Comes Around. In my Head, come accadrà più avanti in scaletta con Ghost Run Free, si distacca un po’ dal mood complessivo del lavoro regalandoci qualche istante di perfetto pop d’ispirazione brit, che deve tanto all’ancora troppo sottovalutato genio di Lee Mavers. Corner of My Eye e Any Time Of Day tornano a esplorare l’universo acustico, mentre What You Were Doing è un power pop di classe che non sarebbe stato male in un disco dei Big Star.
Emozionante la pianistica I Don’t Belong To Me, una vera botta al cuore Every Day Is the Worst Day of My Life, con arrangiamento alla Simon & Garfunkel, un testo che vede il solo titolo più volte ripetuto e una conclusione in cui più voci si fondono soavemente. What Happens To A Heart è pura epicità. Con Still It’s Not Enough e Born To Be Lonely si torna ancora una volta alla ballad acustica, mentre la title track è un fantastico gioco pop in cui pianoforte e archi si incontrano celestialmente. New to Me chiude in modo intimo un album che per chiunque ami l’idea di rock che va dal glam al pastorale è un vero e proprio bijou.
Andrea Manenti
Mi racconto in una frase: insegno, imparo, ascolto, suono
I miei 3 locali preferiti per ascoltare musica: feste estive (per chiunque), Latteria Molloy (per le realtà medio-piccole), Fabrique (per le realtà medio-grosse)
Il primo disco che ho comprato: Genesis “…Calling All Stations…” (in verità me l’ero fatto regalare innamorato della canzone “Congo”, avevo dieci anni)
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Clash “London Calling” (se non erro i Clash arrivarono ad inizio superiori…)
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: adoro Batman