Se questo fine maggio sarete in partenza per il Primavera Sound Festival di Barcellona, non potrete fare a meno di gustarvi il set dei Beths, band pop rock neozelandese salita alla ribalta con questo “Future Me Hates Me”, esordio sulla lunga distanza che in dieci frizzanti brani presenta tutta la dirompente forza gioiosa della compagine.
Due fantasmi sembrano aleggiare sul progetto: da una parte quello di Dolores O’Riordan, dall’altra quello di Pete Shelley. A queste influenze aggiungiamo l’attitudine indie di una band come le Breeders, richiami ai fantastici anni Sessanta e uno straordinario gusto per le melodie pop.
Lasciatevi quindi trascinare dal riff rubato ai primi Strokes di Great No One, dai nineties alternativi della title track o dal punk ’77 dell’irresistibile Uptown Girl, dal ritmo surf rock’n’roll di You Wouldn’t Like Me, le cavalcate epiche di Not Running o l’incontro fra i Cranberries e l’emo punk d’inizio millennio di Little Death e River Run: Lvl 1, così come il pop brioso di Happy Unhappy. A voler essere puntigliosi, forse l’intensità viene un po’ meno con gli ultimi due brani in scaletta Whatever e Less Than Thou. Ciò non toglie che Elizabeth Stokes e compagni abbiano confezionato un vero e proprio gioiellino power pop. Non fateveli mancare.
Andrea Manenti
Mi racconto in una frase: insegno, imparo, ascolto, suono
I miei 3 locali preferiti per ascoltare musica: feste estive (per chiunque), Latteria Molloy (per le realtà medio-piccole), Fabrique (per le realtà medio-grosse)
Il primo disco che ho comprato: Genesis “…Calling All Stations…” (in verità me l’ero fatto regalare innamorato della canzone “Congo”, avevo dieci anni)
Il primo disco che avrei voluto comprare: The Clash “London Calling” (se non erro i Clash arrivarono ad inizio superiori…)
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso: adoro Batman