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di Giulia Bartolini
Live Report
5 Maggio 2017, Milano
I Sick Tamburo tornano finalmente alla dimensione live dopo la pubblicazione del loro quarto lavoro “Un Giorno Nuovo” (La Tempesta Dischi, 2017). Come lascia intendere il titolo del disco, la band affronta un cambiamento seguendo comunque il percorso intrapreso con “Il Fiore Per Te” (2014). Gian Maria Accusani, autore e (questa volta) produttore del disco, porta l’evoluzione del suono da quelli che furono i Prozac+ con la loro impronta decisamente pop-punk ad un sound leggermente ammorbidito che però rimane comunque alternative senza rinunciare alle ripetizioni/assonanze marchio di fabbrica delle sue canzoni.
Così come nel disco, a farla da padrone nel live è la voce di Accusani accompagnato dal gruppo, tutti rigorosamente col passamontagna di rito. Alle canzoni del nuovo disco vengono alternate quelle dei precedenti, quasi sempre cantate da Elisabetta Imelio, che sale sul palco rendendo sempre più evidente quanto la sua presenza nei precedenti lavori fosse più marcata. Va inoltre detto che le canzoni storiche (proprio quelle dove fa capolino la voce di Elisabetta) sono anche quelle più ritmate, quelle più di stampo Prozac+, ed è evidente la risposta del pubblico subito più coinvolto e attivo mentre risulta, logicamente, più calmo e attento sui nuovi pezzi, più introspettivi e complessi.
Si va così avanti con un concerto fatto di alti e bassi, momenti di catarsi ed esplosioni di suono. Purtroppo per tutta l’esibizione rimane evidente qualche problema di comunicazione tra fonico e band che forse non riesce ad esprimersi al meglio, ma sfido chiunque sia mai salito su un palco a dire che tutti i concerti vadano sempre come piacerebbe a loro.
Ci saranno altre occasioni per ascoltare i Sick Tamburo, specialmente con l’arrivo dell’estate. Per ora il mio giudizio è rimandato a quando li vedrò birretta alla mano a qualche festival con la speranza che quanto di buono sentito nell’album si faccia strada anche live.
Simone Casarola (@simocasarola)

Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.