Volume e Spazio Teatro 89 inaugurano la seconda stagione di collaborazione con un piccolo festival, DUE GIORNI, in programma sabato 30 settembre e domenica 1 ottobre. La scelta dei gruppi e dei partecipanti è stata la priorità, non il nome dell’evento (che è comunque bellissimo: manifestiamoci).
La prima stagione ha portato a Milano e in Teatro musicisti che a nostro avviso sono bravi e necessari: Meridian Brothers, Mary Lattimore ed Eric Chenaux, Ben Lamar Gay, Mourning a [BLK]Star, Paolo Angeli, Orchestre Tout-Puissant Marcel Duchamp, Horse Lords, Stormo. Per la nuova stagione ci sentivamo di partire subito e il risultato è proprio DUE GIORNI: nove artisti, più di quindici amici che porteranno dischi, vestiti, libri e birre, sicuramente qualche sorpresa, sicuramente qualche imprevisto. Nessuna gerarchia, nessun ordine prestabilito: vieni presto, vedi tutti, parla con tutti.
Il sabato inizierà intorno alle 16 e prevede quattro concerti molto speciali, in ordine casuale. Ci sarà Krano, il loner veneto maestro della rarefazione (e della scrittura), che porterà in dono con il suo gruppo il fantasma di un noir nord-orientale. Ad affiancarlo, l’incredibile jazz big band acustica Brenti Orchestra. Creatura singolare del jazzista Alessandro Cau, è un ensemble mutaforma che atterra in ogni luogo con musicisti differenti: la migliore delle scuse per vedersi e raccontarsi. E poi c’è anche un debutto assoluto, quello dei Liquami, che sono Tommaso, Giacomo, Luca, Jacopo e Marco. Non hanno mai suonato prima dal vivo, anche se li avete visti farlo separatamente tante volte se siete andati a vedere Fine Before You Came, Generic Animal, Any Other, Asino, Dummo o Verme. Tutti insieme lo faranno stasera – un po’ cacofonia, un po’ ninnananna, tutta sorpresa. Il quarto gruppo del sabato saranno i Movie Star Junkies, una Festa di Compleanno che è un po’ scappata di mano, qualcuno si è fatto male ma questo non è un buon motivo per smettere di suonare. Punk? Sì. Blues? Pure.
La domenica si comincia prima: intorno alle 15.00, per non finire tardi. La primissima parte del pomeriggio sarà affidata a Classical Hooligans, duo di selecter di musica classica che per la prima volta avranno l’onore e le responsabilità di aprire al pubblico la Fonoteca pubblica di Spazio Teatro 89: oltre 5mila dischi disponibili per consultazione e ascolto. Per confonderci le idee, due one-man-band che più diverse non potrebbero essere: Everest Magma e Giacomo Laser. Il primo con il più recente album Alto/Piano ha regalato uno dei dischi più intensi e stranianti degli ultimi anni, tra folk acidissimo, psichedelia, ambient e l’eccentricità del minimalismo italiano degli anni ’70. Giacomo Laser interromperà invece la propria carriera dal vivo il 30 settembre 2023 da qualche parte nelle Marche, per concentrarsi sulla reunion -con se stesso- a partire dall’1 ottobre: prima data del nuovo tour, oggi. Nessuno, sicuramente neanche lui, sa cosa verrà a “suonare”. Ci sarà spazio anche per due gruppi dall’estero, nella nostra DUE GIORNI: finalmente riporteremo a Milano glisloveni Širom, trio sloveno di folk immaginario, estremamente locale ed estremamente globale. Il loro più recente album The Liquified Throne of Simplicity ha brillato nelle classifiche di fine anno del 2022 e finalmente possiamo ascoltarlo dal vivo. Dal meglio del 2022 al meglio del 2023: il debutto omonimo di Yalla Miku è sfacciatissimo e convintissimo nel mischiare musiche tradizionali di Africa Orientale e Settentrionale con krautrock, post-punk ed elettronica: uno degli album più energizzanti e puramente creativi di quest’anno.
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Smemorato sognatore incallito in continua ricerca di musica bella da colarmi nelle orecchie. Frequento questo postaccio dal 1998…
I miei 3 locali preferiti:
Bloom (Mezzago), Santeria Social Club(Milano), Circolo Gagarin (Busto Arsizio)
Il primo disco che ho comprato:
Musicasetta di “Appetite for Distruction” dei Guns & Roses
Il primo disco che avrei voluto comprare:
“Blissard” dei Motorpsycho
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Parafrasando John Fante, spesso mi sento sopraffatto dalla consapevolezza del patetico destino dell’uomo, del terribile significato della sua presenza. Ma poi metto in cuffia un disco bello e intuisco il coraggio dell’umanità e, perchè no, mi sento anche quasi contento di farne parte.