Milano, 18 giugno 2022

Occasione rara e preziosa questo passaggio in italia di Mike Kinsella, leader della band emo American Football, nel nostro Paese per cinque date che anticipano il suo esteso tour americano e canadese sotto le spoglie di Owen. L’artista  ha esordito nel  2001 con l’album omonimo e, ad oggi, la sua discografia vanta dieci pubblicazioni. Stasera al Biko di via Ettore Ponti presenta  “The Avalanche”, prodotto dalle sapienti mani di Sean Carey (Bon Iver) e dall’ ingegnere Zach Hanson (The Tallest Man On Earth). Questo lavoro è ormai datato 2020, ma raramente è stato suonato live vista la situazione covid e le difficoltà connesse. 

Prendiamolo dunque come uno spunto per mettere in luce anche dal vivo la raffinatezza di questo artista dall’anima punk-emo, ma dalla forma che rasenta il Jazz. Le canzoni confermano avere anche dal vivo armonie di ampio spazio e profondità abissali in cui è dolce il naufragar per il centinaio di fortunati che non ha voluto mancare all’evento. La serata inizia alle 21.30, quando sul palco sale Beatrice Grannò, giovane attrice ai più conosciuta per la serie Netflix “Zero”, stasera al suo debutto in veste di cantante accompagnata da una chitarra acustica. Beatrice porta sul palco una manciata di canzoni che sembrano uscite dal suo diario, con testi molto confidenziali appoggiati su accordi in open g che ben si adattano all’apertura per l’artista che la seguirà.

Dopo una mezz’ora, mi allontano per bere un amaro… La barista entusiasta mi dice che ha appena scoperto il Borghetti, sorrido e penso che non sia mai stata allo stadio. Glielo chiedo e in effetti non ci è mai stata. Nota di colore, non prenderò un Borghetti perchè è un mio nemico. Ad ogni modo faccio appena in tempo ad ordinare che è la volta del cambio palco e dello show tanto atteso: Owen

Mr Kinsella mette in scena un’ora abbondante di magia, il pubblico lo circonda e paziente accondiscende a tutte le imperfezioni, le piccole stonature e le dimenticanze dei testi… Non fanatismo, si intenda, quanto più intelligenza nel comprendere che è proprio questo insieme di sbavature che renderanno unica e indimenticabile questa esperienza di ascolto. Non mancano i pezzi con la P38 dell’emotività tratti dai dischi “At Home with Owen” e “Ghost Town”. Per capirci parliamo di Bad News, The Sad Walzes of Pietro Crespi e la commovente One of This Days, appoggiata sul finale di set prima di una Too Many Moons da brividi. Eccovi un assaggio qualora abbiate perso la pedalata, con l’augurio che si possa assistere più spesso a concerti del genere dove gli artisti abbandonano il divismo per dare in pasto ai propri fan le canzoni. Musica come bene comune, musica senza fronzoli, musica che solleva, che ti porta via.

Mi siedo alla destra del palco, sorseggio il mio amaro non Borghetti, penso che domenica vorrei essere allo stadio…

Tum