Tornano i Local Natives, quintetto di stanza a Los Angeles ha trasformato il proprio sound nel corso di tre full-length album, Gorilla Manor (2009), Hummingbird (2013) e Sunlit Youth (2016). Cliccando sui nomi dei dischi è possibili recuperarli da Amazon.
L’ultimo Sunlit Youth ha ricevuto lodi da pubblico e critica. Nel mentre la band ha partecipato a innumerevoli date sold out, apparizioni a festival, tra cui Coachella 2017, ed è stata ospite di Austin City Limits, The Tonight Show Starring Jimmy Fallon, The Late Show With James Corden e molti altri. Violet Street, il nuovo album dei Local Natives esce il 26 aprile su Loma Vista Recordings. Oggi la band condivide il nuovo singolo “Tap Dancer”, accompagnato da un video girato in piano sequenza e interpretato da Micaela Taylor, ballerina e coreografa di danza contemporanea il cui lavoro è stato descritto da LA Times come “athletic [yet] graceful, precise [yet] fluid.” Il video è stato diretto da Jonathan Chu.
In Violet Street la configurazione da studio classico è contrapposta alla produzione moderna e ai visual per creare un album senza tempo. La firma della band con armonie a tre è incrementata da nastri in loop collegati fisicamente e trasformati a mano. Il risultato delle sperimentazioni in studio in compagnia del produttore Shawn Everett (Alabama Shakes, Kacey Musgraves, The War On Drugs) ha portato la band ad un rinnovamento.

Smemorato sognatore incallito in continua ricerca di musica bella da colarmi nelle orecchie. Frequento questo postaccio dal 1998…
I miei 3 locali preferiti:
Bloom (Mezzago), Santeria Social Club(Milano), Circolo Gagarin (Busto Arsizio)
Il primo disco che ho comprato:
Musicasetta di “Appetite for Distruction” dei Guns & Roses
Il primo disco che avrei voluto comprare:
“Blissard” dei Motorpsycho
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Parafrasando John Fante, spesso mi sento sopraffatto dalla consapevolezza del patetico destino dell’uomo, del terribile significato della sua presenza. Ma poi metto in cuffia un disco bello e intuisco il coraggio dell’umanità e, perchè no, mi sento anche quasi contento di farne parte.