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di Giulia Bartolini
Milano, 1 aprile 2017
La fine del tour de “La fine dei vent’anni”. Suona un po’ apocalittico, ma questa, più che una fine, è l’inizio di una grande festa. Sono le 23 circa quando, dopo Campos Band e Verano, i riccioloni scuri del toscano Motta fanno capolino sul palco. Una intro strumentale abbastanza lunga scalda il pubblico per la prima canzone Se continuiamo a correre.
Motta batte energicamente sui tamburi, scandendo la corsa appena iniziata. Davanti a lui una distesa di persone emozionate e felici. Un altro sold out: quale regalo migliore per festeggiare? Il cantautore poco dopo imbraccia la sua chitarra e inizia a suonare Del tempo che passa la felicità: “Sarebbe bello finire così”, canta. Ma per fortuna è solo l’inizio, dicevamo. Dal vivo Motta rende molto: la sua voce è bassa, leggermente ruvida, ma profonda e coinvolgente. Con Prima o poi ci passerà il pubblico inizia a fomentarsi. Anche lui è abbastanza su di giri. È anche simpatico, fa qualche battuta, parla con il pubblico, lo ringrazia. Poi ringrazia la band che lo ha accompagnato in giro per l’Italia in queste 100 date.
Si rivolge anche ai genitori presenti: alla mamma (che ci tiene a ribadire sia bellissima), e al padre, diventato ormai “il Mick Jagger della famiglia” dopo il video girato qualche giorno fa. Ottimo pretesto per cantare Mio padre era comunista e Una maternità. Poi si fa più serio e, ricordando lo scomparso Fausto Mesolella, consiglia di far studiare ai propri figli musica. Perché la musica fa bene all’anima e alla salute. Ed è vero, ci sentiamo tutti bene. Ci sta facendo bene.
A salire sul palco ora sono i compagni di una vita: i Criminal Jokers. Lacrime (quasi), baci e abbracci. Cantano alcuni dei loro pezzi più famosi : Bestie, Fango, Cambio la faccia. Si vede e si sente l’alchimia di quelle band abituate a suonare insieme, ma soprattutto di amici che hanno condiviso chilometri e chilometri, palchi, sudore. È il momento di far salire sul palco anche altri ospiti, perché come dice Motta, “il suo disco ha solo 10 pezzi”: è la volta di Giorgio Canali e Appino, ormai appuntamento fisso sul palco del locale di via Valtellina.
Dopo un’ora e mezza di concerto Motta decide di far finire la sua grande festa cantando La fine dei vent’anni. Mi sembra ovvio. Niente bis, niente solita scenetta. Solo Prenditi quello che vuoi e poi via.
Mariangela Santella

Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.