Schermata 2016-02-03 alle 01.16.03Quando ascoltai per la prima volta I Cani, li trovai spocchiosi. Non capivo dove sconfinasse la presa in giro e da dove prendesse veramente forma la loro identità artistica. Mi convinsi ad andare ad un loro concerto, l’unica parte che cantai fu “parte dei soldi li spesi in assoluta allegria” per poi continuare da sola “ quella stessa con cui li avevo guadagnati”. Troppo lontani da me. Contessa cantava di Facebook, e io lo usavo molto di rado. Cantava di Whatsapp, e io nel 2013 avevo ancora un cellulare che non scambiava “pacchetti digitali”. Cantava di impiegati moderni, quando l’unica storia di un impiegato che per me esisteva era quella di un bombarolo. Mi parlava di Wes Anderson, ma per me contavano Von Trier e Lynch. Cantava di ragazzi romani giovanissimi e tendenzialmente viziati, di liceo, di hipster ed era tutto troppo lontano da me. Cantava di modernità, riempiendo i testi di riferimenti al modo di vivere contemporaneo, confinava i testi in uno spazio e in un tempo, e a me piacciono le canzoni atemporali e aspaziali.

Poi poco meno di un anno fa mi capita di riascoltare Lexotan. Dentro scatta qualcosa, forse comincio a comprenderli, forse non del tutto, ma questa volta decido di impegnarmi.

Mi innamoro de Le Coppie, di Post Punk, di Door Selection, di San Lorenzo e di FBYC.

Mi pento anche un po’ del mio approccio iniziale, ma, come si dice, solo gli stupidi non cambiano idea.

E poi quando meno te lo aspetti, in una notte di inizio ottobre, esce Baby Soldato. E torni a non capire. A fine Novembre Il Posto Più Freddo, e fai ancora più fatica.

Sembra diverso, più maturo, ma non riesco a collocare i due singoli nella produzione precedente. Mi sfugge qualcosa. Ammetto di aver stoppato Non Finirà dopo 30 secondi al primo ascolto. Mi sembravano brani troppo sconnessi tra di loro, anche se tutti in qualche modo rimanevano in testa. Confrontandomi con un amico li definisco come “ni”.

E poi finalmente esce “Aurora”.

Ascolto Questo Nostro Grande Amore, la riascolto, vado avanti, torno indietro. Mi piace, molto. È irreverente, non è aspaziale, ma non ha quei confini (che forse ho sempre solo immaginato) che probabilmente non mi hanno mai permesso di apprezzare I Cani fino in fondo. Mi piacciono i suoni accattivanti e i ritmi anni’80 e quel synth pop che ha sempre contraddistinto l’ “ennesimo gruppo pop romano”. Battiato ha sicuramente lasciato il segno, soprattutto in Non Finirà e Protobodhisattva. C’è molta disillusione in questo album, molta presa di coscienza dell’inutilità del nostro esistere, molto nichilismo e molto (anti)esistenzialismo.

Alla fine, possiamo anche crederci “diversi, creativi, speciali”, ma tutto ciò che facciamo si riconduce, nella nostra pochezza, nella nostra inutilità, al culo e alla fica. Del resto “solo il senso che sia tuto un po’ già visto, quello sta sicura, non finirà mai”.

Con Aurora il disco evolve, è una lenta transizione verso considerazioni sempre più alla Bianconi. L’infinità di spazi di Calabi-Yau ammissibili dalla teoria delle stringhe, altro non sono che spazi dove è possibile provarci ancora, infinitamente, e allo stesso fallire ancora, infinitamente. Del resto tutto Finirà, in uno scenario apocalittico, anticipato dall’angosciante Ultimo Mondo, dove la Terra così come la conosciamo scomparirà a poco a poco, e possiamo quasi immaginarcela implodere, in silenzio, e l’Universo sarà lo stesso, anche se noi spariremo, perché in fondo siamo della stessa materia delle stelle, ma sopravvalutiamo la nostra importanza.

Mi chiedo se la scimmia vestita non sia altro che tutto quello che è stato cantato in I”l sorprendente album d’esordio de I Cani” e in “Glamour”. Mi chiedo se Contessa avesse già calcolato tutto e mi cullo nell’idea che “Aurora” sia un’entità superiore che si pone al di sopra dell’esistenza umana e la ammonisce, ricordandole la sua inutilità. Sovrasta i Pariolini, le liceali con i leggins fluorescenti, le nostre velleità, i ragazzi in fila per entrare nei locali, la ciclica e omologata fallimentarietà delle coppie.

Forse sono solo mie divagazioni, ma sto ascoltando Sparire in loop da oramai mezz’ora e mentre un po’ di ansia e un po’ di angoscia esistenziale mi assalgono e mi immagino il Buio Omega, penso che Contessa mi abbia definitivamente conquistato.

Alessandra Neri

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