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(di Giulia Bartolini)
Arci Ohibò, 4 marzo 2017
Ve lo ricordate Juno? Il film con quella ragazzina impertinente e sognante che rimane incinta? Ecco, a un certo punto, verso la fine dice una frase: «So che uno dovrebbe innamorarsi prima di riprodursi, ma credo che la normalità non faccia per noi». Poi parte Anyone Else But You dei Moldy Peaches in versione acustica.
Ecco, gli Any Ohter potrebbero tranquillamente prender parte alla colonna sonora, inondando di dolcezza tutto ciò che gli sta intorno. Una dolcezza nostalgica non comune, quella cosa che ti fa credere di poterti innamorare. E se lo dice una cinica come me, vuol dire che è proprio vero. Timbro vocale che ricorda una giovane Alanis Morissette e una musica decisa ma allo stesso tempo leggera. Da grande fan della leggerezza ho apprezzato molto il concerto, un’ottima conclusione di tour per il loro primo disco.
Menzione speciale per i due gruppi che hanno suonato in apertura. I primi a salire sul palco sono stati i Rodriguez. Dopo aver assaggiato il pubblico di Linoleum lo scorso gennaio, la band veneta ha dato sfoggio di un buon garage rock anche all’Ohibò. Subito dopo è stato il turno dei Paper Pill, look indie-rock, come del resto lo è la loro musica, e sono subito gli anni ’60. Molto apprezzabile il tutto, mi spiace solo aver sbagliato il mio abbigliamento, decisamente non in linea con gli anni d’oro del rock.
Giulia Bartolini

Mi racconto in una frase:
Gran rallentatore di eventi, musicalmente onnivoro, ma con un debole per l’orchestra del maestro Mario Canello.
I miei tre locali preferiti per ascoltare musica:
Cox 18 (Milano), Hana-Bi (Marina di Ravenna), Bloom (Mezzago, MB)
Il primo disco che ho comprato:
Guns’n’Roses – Lies
Il primo disco che avrei voluto comprare:
Sonic Youth – Daydream Nation
Una cosa di me che penso sia inutile che voi sappiate ma ve la racconto lo stesso:
Ho scritto la mia prima recensione nel 1994 con una macchina da scrivere. Il disco era “Monster” dei Rem. Non l’ha mai letta nessuno.