Mio cugino aveva un sogno. Invitare qualcuno a cena e avere Liam Gallagher in un angolo, luce soffusa e sguardo malato, mentre suona “Live forever” con fare dimesso. Così, come se fosse un amico dei tanti, uno di quelli che ascolti in modo distratto, a cui dai poco peso. Un’immagine scontata, un sogno banale. “Ehi Liam, piantala lì, vuoi un po’ di caponata?”. “No raga, stasera non ho fame”. E attacca con “Stand by me”.

Mio cugino aveva ragione. Fantasticare non guasta, e chissà mai che dal sogno si passi un giorno alla realtà. Perché a volte succede, eccome se succede. L’altro pomeriggio a Oxford, per esempio, Thom Yorke ha fatto un regalino ai suoi vicini di casa. Non era certo una situazione da Radiohead: i dirimpettai, infatti, avevano organizzato un elegante party in giardino, sotto un gazebo bianco e un sole pallido da primavera inglese. No, niente sesso e nessuna droga, ma una vasta scelta di tartine, porridge a volontà e festoni colorati. Thom Yorke si è presentato con una chitarra acustica e un amplificatore. Ha bevuto un bicchiere di rosso e si è seduto in mezzo al prato. “Improvvisa!”, gli ha urlato qualcuno, e lui ha iniziato a intonare “Reckoner” dall’album “In rainbows”. A lungo andare ci ha preso gusto. Per i pochi fortunati presenti il leader dei Radiohead ha suonato anche “Desert island disk”, “I might be wrong”, “Street spirit” e “No surprises”. Non male, eh?

A darne notizia è stato un ragazzo che, a concerto ancora in corso, ha pubblicato su Reddit lo scambio di messaggi appena avuto con il padre, presente alla festa. “Cosa? – ha scritto il ragazzo stupefatto al papà – Chiedigli un autografo o tagliagli una ciocca di capelli!”. Non sappiamo se a fine giornata Thom Yorke sia rientrato a casa con una ciocca in meno, ma in rete sono già fioccati gli inviti a partecipare a compleanni e brindisi di ogni tipo.

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Paolo Ferrari