Paolo e Giulia  sono i Duprè, lo sono dalla calda estate del 2012. Il loro primo pubblico, al quale rimarranno sempre affezionati, è quello della strada. E’ per strada infatti che i due iniziano ad esibirsi e a proporre il loro nutrito repertorio di cover riarrangiate. La sezione ritmica viene affidata ad un tamburello legato al piede, la parte armonica ad una chitarra acustica e i ricami melodici ad un cacofonico marchingegno musicale conosciuto come kazoo. Nel giro di pochi mesi tuttavia, la necessità di raccontare e di raccontarsi spinge la coppia a rimescolare le carte e ad affinare il nuovo progetto. Assoldano un manipolo di versatili musicisti, si rinchiudono in sala prove in modo da permettere al loro ingegno di partorire i suoi frutti e si ributtano in strada. E la strada, da quel momento si farà sempre più in salita… Numerosi concerti, la partecipazione al Tour Music Fest del 2014, l’apertura al concerto dei Bluebeaters al Reload Sound Festival di Biella, l’apertura al concerto della Bandabardò al CAP 10100 di Torino, la partecipazione al Collisoni Festival e al A Night Like This Festival nell’estate del 2016 fino ad oggi, con l’imminente uscita del loro primo album sotto l’etichetta INRI.  Stile variegato, sound caleidoscopico.   Ascoltare la loro musica è come fare un giro nell’atelier di un pittore d’altri tempi: ritratti di personaggi illustri, scene di caccia, studi sulla natura umana e sulla fugacità del tempo, omaggi all’Amore e rappresentazioni di Paradisi agognati. Facili all’ascolto, indisciplinati nell’interpretazione.  

In esclusiva per noi qui potete vedere il loro nuovissimo video. Sotto potete leggere una curiosa intervista

La Carovana è il vostro primo disco dopo anni di busking, cosa c’è in questo album?

“La carovana” è il nome che abbiamo dato al nostro primo album in studio per ricordare la fruttuosa esperienza live che nell’estate del 2015 decidemmo di concretizzare suonando per le strade e le piazze delle principali città d’Italia e durante la quale ci calammo scherzosamente nei panni di cinque musicanti gitani in giro per il mondo a bordo di un camper sgangherato. “La carovana“ è anche un convoglio di uomini con le loro storie: ci sono numerosi riferimenti allo scorrere del tempo, si accenna a Rimbaud e alle sua stagione all’inferno, si cantano le gesta dei Pellerossa d’America e si ricordano la tenacia e l’ardore di Gino Bartali.
– il singolo che ospitiamo qui in anteprima è “il Malato Immaginario”, i riferimenti sono chiari, ma cosa vi ha portato a questo brano?

“Il malato immaginario” è un chiaro riferimento alla celebre commedia di Moliere ma trae anche spunto dalla presunta ipocondria del cantante Paolo Fasciano, in constante apprensione per la propria salute e spesso incline a sopravvalutare anche il minimo disturbo.
– sembrate molto legati al mondo del teatro, e solo un’ispirazione o qualcosa di più?

Nessuno di noi ha mai fatto teatro e siamo lieti che qualcuno, ascoltando i nostri brani, abbia percepito tale collegamento. Chi sa…in futuro…
– riassumeteci i Dupré in 5 canzoni, quelle che vi hanno portato a essere quello che siete

Mon ami: la coraggiosa scelta di due vecchi amici che, delusi dalla sterilità e dalla mancanza di ideali propri del mondo che stanno vivendo decidono di lasciare tutto e partire.
Carta di riso: il nichilista osserva e deplora l’avvicendarsi delle storie umane avvolto nel suo abito di Washi.
Colpa dei primi americani: qui si parla di radici, di punti di partenza, di quei frammenti di Bellezza che fin da piccoli si conficcano sotto pelle per poi rimanerci tutta la vita.
Musicò: risposta ironica rivolta a tutti coloro che spesso ci chiedono delucidazioni sul genere di musica che proponiamo.
L’intramontabile: brano composto dopo la visione del film omonimo, dove Pierfrancesco Favino interpretava l’inossidabile Gino Bartali. Resilienza, devozione e perseveranza: tre ingredienti che smaniavano di essere musicati.