Uno degli aspetti che ho sempre apprezzato di Colombre è la sua capacità di colpire l’anima nel profondo grazie alle parole dei suoi testi. Con questo disco abbiamo la conferma che, anche se gli anni passano, Giovanni Imparato è sempre in grado di fare emozionare e di creare un intimo legame con chi ascolta le sue storie.
In “Corallo”, così come nel precedente album “Pulviscolo”, c’è una grande sperimentazione a livello strumentale, ed è evidente la cura e l’attenzione messe nella produzione delle canzoni, grazie anche all’aiuto di Pietro Paroletti e Fabio Grande de I Quartieri. Ogni brano è differente dagli altri e nel complesso si ottiene un quadro composto da diversi stili che tra loro sono però in armonia.
Il disco era stato anticipato dall’uscita di tre singoli: Non ti tengo la mano, Arcobaleno e Per un secondo. I primi due, più simili forse ad alcuni brani del primo album, sono caratterizzati da atmosfere evanescenti, vicine al dream pop, mentre il terzo ha qualche sfumatura beatlesiana.
Terrore riprende alcune sonorità anni ’70, mentre in Le mille e una notte la voce di Giovanni, accompagnata dai cori, assume un’aria quasi mistica. A chiudere il disco è Anche tu cambierai, una preghiera sugli inevitabili cambiamenti che, nonostante possano spaventare, bisogna per forza affrontare nella vita.
Lucrezia Lauteri
