Cos’è il rock and roll senza un pizzico di mistero? Che si scelga o meno di credere all’esistenza di un ladro transdimensionale che sostiene di possedere un album inedito dei Beatles, non si può negare l’importanza dell’inconoscibile nell’ambito della musica rock. Forse è perché vogliamo credere con tutti noi stessi che le rock star non sono come noi, come se ponendole su un piedistallo e venerandole in quanto creature leggendarie potesse convincerci, anche solo per i 3 minuti di durata di una canzone, che la vita è più di una noiosa e apparentemente casuale sequenza di eventi. O forse perché dobbiamo dare un senso a quell’alchimia che in una progressione di quattro accordi, nelle mani di Joe Strummer o Kurt Cobain, può trasformare i pensieri e le emozioni di tutti i giorni in dichiarazioni artistiche di una potenza accecante.

Il mistero è stato una parte integrante del rock’n’roll fin dal principio, dai brusii scoppiettanti della chitarra di Chuck Berry ai falsetti spettrali di Thom Yorke, con infiniti altri esempi nel mezzo. Il fumettista Joe Harris fa luce su alcuni di questi misteri nel suo nuovo progetto per Image Comics intitolato “Rockstars”, disponibile dal 14 di dicembre. Co-creato con l’artista Megan Hutchison, “Rockstars” segue una coppia di giovani investigatori intenti a svelare il mistero che circonda una band leggendaria. Lungo il percorso, si imbatteranno in un po’ di tutto, da groupie morte e sacrifici umani fino a qualcosa di molto più sinistro –  una forza sovrannaturale che può connettere ogni mito e congettura irrisolta del rock’n’roll fin dalla nascita del genere stesso.

Harris, ovviamente, non è estraneo al mistero. I fan lo conoscono bene per la serie a fumetti in corso di X-Files, che produce in continuità con il longevo show di fantascienza (lui sostiene di aver scritto anche qualche film dell’orrore in una vita parallela). In attesa di “Rockstars”, abbiamo chiesto ad Harris di parlarci di quelli che considera essere i più grandi misteri della storia del rock. Anche se non può confermarci che Kurt Cobain sia vivo e vegeto e che trascorra le sue giornate in un bungalow cubano con Tupac Shakur, non ha nemmeno intenzione di negarlo.

5. I LED ZEPPELIN E L’EPISODIO DELLO SQUALO

Penso che il mio livello di consapevolezza e coinvolgimento per quanto riguarda le congetture nel rock sia iniziato con la scoperta dell’indecente storia dell’episodio dello squalo. Onestamente, non c’è niente di troppo misterioso in questa frottola sempreverde che ha per protagonisti i Led Zeppelin, una groupie disponibile, e la sodomia consensuale praticata con un pesce appena catturato nello Stretto di Puget.
Onestamente, la verità dietro questa vicenda suona allo stesso tempo monotona e disgustosa per gli standard di oggi, ma è una di quelle storie sconce che hanno contribuito a rendere i Led Zeppelin più grandi che mai e che mi hanno davvero attratto quando ero un adolescente tutto occhi e orecchie. Ero molto (parecchio) sensibile. Abbiamo fatto riferimento a questo pettegolezzo anche nel primo numero di “Rockstars”, visto che è una di quelle storie che è venuta subito alla mente a tutti quelli con cui abbiamo parlato della nostra serie a fumetti.

4. I PINK FLOYD E THE DARK SIDE OF THE RAINBOW

Molti di voi avranno probabilmente sentito le voci secondo le quali l’epocale album “The Dark Side Of The Moon” possa essere messo in sincrono con “Il Mago di Oz”. Ed è una storia vera: se seguite una qualsiasi delle indicazioni che vengono fuori su Google, potete godervi lo Spaventapasseri che procede a passo lento accompagnato da “Brain Damage/Eclipse”, al posto dell’originale “If Only I Had a Brain”.
Ma sono sempre stato maggiormente attratto dalle voci che sostengono che i Pink Floyd fossero inizialmente stati presi in considerazione per scrivere la colonna sonora del capolavoro di fantascienza di Kubric, “2001: Odissea nello Spazio”. Secondo quanto si racconta, vennero misteriosamente licenziati, ma scrissero comunque la loro versione. Ed è tutto celato nella mitica “Echoes”, contenuta in “Meddle”, album del 1971. Tutto ciò non è quasi certamente mai accaduto, ma se ci sono persone che ancora sostengono che Kubrick abbia contribuito a falsificare l’atterraggio sulla luna, io nutro ancora una speranza per la versione nascosta dei Pink Floyd.

3. I GRATEFUL DEAD, GLI ACID TESTS E IL PROGETTO MK-ULTRA

Questa particolare leggenda metropolitana ruota attorno alla cultura dell’LSD e ai primi tempi che i Grateful Dead trascorsero a San Francisco, oltre ai presunti tentativi della CIA di placare una popolazione giovane e ribelle durante i tumultuosi anni ’60. I Grateful Dead erano già la resident band dei famosi “Acid Tests” di Ken Kesey, ma sarebbero presto diventati un fenomeno itinerante, sparando i volumi a livelli mai sentiti prima tramite speaker soprannominati “The Wall Of Sound”.
I loro tour erano una processione infinita di migliaia di fan che li seguivano di città in città, di concerto in concerto, paese per paese. Erano forse delle inconsapevoli pedine sfruttate dal governo per controllare le menti, pompando musica per mantenere calma una folla stordita dalla droga?  Molto improbabile. Ma sappiamo per certo che la CIA ha fatto cose ben peggiori che modificare l’acido che circolava a Woodstock, quindi sono propenso a vedere i Dead come vittime inconsapevoli piuttosto che complici in un qualche efferato piano governativo.

2. “TURN ME ON, DEAD MAN”, A.K.A. LA BUFALA SULLA MORTE DI PAUL MCCARTNEY

La madre di tutte le congetture del rock è grande quanto la band che ce l’ha propinata. Apparentemente, Paul McCartney “blew his mind out in a car” (come recita il brano “A Day In The Life”), “si è fatto saltare le cervella in macchina”, per poi essere rimpiazzato da un sosia chiamato Billy Shears (nome cantato da Ringo nel pezzo “With A Little Help From My Friends”).
Prima di tutto, un disclaimer: ho da poco visto Paul McCartney dal vivo e, a dire il vero, Macca sembrava in forma smagliante e tutt’altro che morto. Eppure, la grande mole di indizi, immaginati o presunti tali, coinvolti in questa intera saga beatlesiana, è davvero impressionante. Ci sono una miriade di segnali nascosti che serpeggiano nell’artwork di “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” e nella sua tracklist, riferimenti intenzionali in canzoni come “Glass Onion” negli album seguenti, e così via.
Quello che più mi incuriosisce, comunque, è perché gli altri Beatles avrebbero dovuto lasciare così tanti indizi. Stavano lottando contro il segreto, costretti a mantenerlo dalle potenze dell’industria musicale (o forse peggio)? Che il presunto sosia di Paul McCartney abbia composto assieme agli altri alcuni degli album migliori della band è un’altra congettura da prendere in considerazione a parte. Cavolo, McCartney voleva solo camminare per mano con qualcuno (I Want To Hold Your Hand) e cantare dei giorni passati (Yesterday), mentre l’ipotetico duo Lennon/Shears ci avrebbe regalato Sgt. Pepper e Abbey Road.

1. PER SEMPRE CLUB DEI 27

L’altra teoria cospirazionista del rock conosciuta da tutti – quella secondo la quale il Diavolo se ne starebbe in agguato pronto a collezionare rock star che muoiono a 27 anni per via di un patto occulto – è certamente una cazzata. Certo, si possono trovare prove che riconducono fino alla leggenda del blues Robert Johnson e al proverbiale bivio dove si sarebbe incontrato con Satana, e continuare a trovare esempi in Jim Morrison, Jimi Hendrix, Kurt Cobain e altri ancora. Ma tutte queste prove ignorano opportunamente che molti altri artisti di talento, da Tupac a Selena fino a  Sid Vicious, sono morti tragicamente prima di poter arrivare ai 27 anni.
In realtà abbiamo accennato a questo specifico mistero anche nella nostra serie a fumetti, ma abbiamo cercato di mostrare un nuovo ed inaspettato punto di vista che rivela un più ampio significato numerologico celato dietro alle morti premature di Janis Joplin e Brian Jones. Dopo tutto, portarsi via così presto quei musicisti non giova alle casse del Diavolo, che si è perso decadi di potenziali incassi. È dell’industria dell’intrattenimento che stiamo parlando! I Rolling Stones hanno complessivamente 300 anni, hanno appena pubblicato un nuovo album e a breve torneranno in tour per fare di nuovo il record di incassi al botteghino. Brian Jones è morto a 27 anni e perciò si perderà tutto questo. Per Satana non sarebbe stato il miglior investimento, direi.